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B RESCIA NEL N OVECENTO<br />

diversità, di strumentalizzazione della storia a fini speculativi, sia politici<br />

che sociali.<br />

Brescia, gelosa custode della propria storia, ha iniziato a trasformarsi<br />

in una provincia sempre meno rivolta alla ricerca del bene comune, alla<br />

riformulazione di valori condivisi, alla introspezione veritiera delle ragioni<br />

della convivenza locale da intendere oggi in una dimensione sempre<br />

più globale 44 .<br />

Sotto questo profilo, ad esempio, uno dei punti di forza del modello di<br />

sviluppo bresciano novecentesco è entrato decisamente in crisi: come<br />

ha infatti sostenuto Paolo Corsini, «la cultura dell’iniziativa imprenditoriale,<br />

la volontà di intrapresa tipica delle genti bresciane non solo si va<br />

smarrendo, ma ha conosciuto una drastica riduzione delle capacità degli<br />

imprenditori di operare in una prospettiva di reciproca integrazione,<br />

favorendo uno sviluppo di filiera, allineando processi, trovando forme<br />

di aggregazione per raggiungere una dimensione sufficiente, adeguata<br />

a giocare un ruolo forte e visibile nei mercati internazionali» 45 . Lo stesso<br />

si potrebbe dire delle trasformazioni del sistema bancario provinciale,<br />

storicamente protagonista dello sviluppo economico e sociale locale,<br />

anch’esso coinvolto nei meccanismi concorrenziali di evoluzione dimensionale<br />

determinati dalla globalizzazione soprattutto dei mercati<br />

finanziari mondiali; un coinvolgimento che ne ha offuscato in qualche<br />

modo i tratti identitari e le ricadute territoriali.<br />

Proprio la citata dimensione internazionale, non solo del fenomeno<br />

economico strettamente inteso, ma anche e soprattutto di quello culturale,<br />

demografico e sociale legato alle dinamiche dei flussi di immigrazione,<br />

rappresenta forse la più impegnativa eredità che il Novecento ha<br />

affidato alla Brescia del XXI secolo.<br />

44 Come ha sostenuto Cesare Trebeschi, inoltre, «il vero pericolo è se nei centri decisionali<br />

cittadini (non solo politici) non si abbia la consapevolezza che la città è cambiata in profondità<br />

e richiede un salto nel modo di pensare e di agire, mentalità e strutture adeguate<br />

alla sua nuova dimensione, alla sua mutata identità» (C. TREBESCHI, Oltre la gerontocrazia,<br />

per percorrere strade nuove, in Ritratti di città. Brescia com’era, Brescia com’è, p. 131).<br />

45 CORSINI, Dalla Loggia. Tra cronaca e storia, p. 343.<br />

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