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G IOVANNI G REGORINI<br />

di zona franca della coscienze di fronte al male che si fa storia. I fascisti<br />

possono liquidare senza eccessive difficoltà esperienze politiche, chiudere<br />

sedi di partito, circoli culturali e ricreativi, redazioni di giornali, ma<br />

non possono, senza gravi conseguenze, portare lo scontro oltre il sagrato.<br />

[...] Nonostante tutto il cattolicesimo bresciano riesce a salvaguardare<br />

il ricco patrimonio di istituzioni culturali, finanziarie, educative,<br />

assistenziali ereditate dal passato» 18 .<br />

Ma di coinvolgimento in fasi di grave crisi si è trattato anche con riferimento<br />

più stretto all’economia ed ai movimenti sociali connessi.<br />

Un sottile filo di continuità legava, in questo senso, l’instabile itinerario<br />

di ostacolato e dunque parziale consolidamento del sistema industriale<br />

provinciale, sottoposto alle crisi economiche della prima metà del XX<br />

secolo. Dopo le difficoltà della riconversione industriale postbellica immediatamente<br />

successive al 4 novembre 1918 19 , come ha documentato<br />

Alberto Cova sin dalla fine dell’anno 1929 i segnali della grande depressione<br />

ormai imminente «erano più che evidenti e soprattutto lo era<br />

l’aumentato livello di disoccupazione che nel dicembre aveva superato<br />

le 9.000 unità e negli anni seguenti continuerà a crescere secondo la cadenza<br />

seguente: 22.500 persone nel 1931, 30.700 nel 1932, 30.000 nel<br />

1933, 30.400 nel 1934 e 26.000 nel 1935. In termini percentuali le riduzioni<br />

di occupazione più rilevanti furono nella meccanica (-28%) e<br />

nel setificio (-60%). […] Le difficoltà dell’economia non potevano non<br />

influire sulle condizioni delle banche. Nel 1932 scomparvero l’Unione<br />

bancaria nazionale, la Banca cooperativa bresciana, la Banca privata<br />

Carrara, la Banca di Desenzano, la Banca di Vobarno e la Banca triumplina<br />

San Filastrio, e in provincia diverse casse rurali diventarono sportelli<br />

del Credito agrario bresciano e della Banca San Paolo» 20 . Soprattutto<br />

la liquidazione dell’Unione bancaria nazionale rappresentava un capitolo<br />

di storia economica bresciana ancora in parte da scrivere, ma<br />

senza dubbio traumatica, con conseguenze significative in termini di<br />

18 SCANZI, Il “caso Brescia”, p. 132.<br />

19 Ricostruite nel fondamentale saggio di R. CHIARINI, L’armonia e l’ardimento. L’ascesa del fascismo<br />

nella Brescia di Augusto Turati, Milano 1988, e di P. TEDESCHI, Economia e sindacato nel<br />

Bresciano tra primo dopoguerra e fascismo. Le Unioni del lavoro (1918-1926), Milano 1999.<br />

20 A. COVA, Tra le due guerre (1915-945): consolidamento e mutamento della struttura industriale,<br />

in Brescia e il suo territorio, pp. 458-460.

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