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M ATTEO A VOGADRO<br />

1469, nel 1473 e nel 1475; Matteo, nel 1498. Quest’ultimo nome crea<br />

dei problemi: se non può trattarsi del figlio di Pietro, in quanto questo<br />

morì prima del 1473 23 , non può che essere la figura di cui si sta tentando<br />

di ricostruire la vicenda, anche se ciò non è coerente con l’assenza di<br />

membri del suo ramo tra quelli elencati nel Consiglio Cittadino dopo il<br />

1488 e con l’ipotesi della loro estromissione dopo la serrata.<br />

Carlo Pasero 24 e Fausto Lechi 25 sostengono che Matteo nacque nel 1467.<br />

Il Pasero lo definisce come «insigne giureconsulto fra i più influenti amministratori<br />

del nostro Comune, del quale tenne a lungo le prime cariche;<br />

uomo colto, buon conoscitore di musica, protettore e mecenate di<br />

letterati ed artisti come il Nizolio, Vincenzo Metelli ed il Romanino [...];<br />

imparentato con i Gambara per via della moglie (aveva sposato nel 1499<br />

una figlia del conte Maffeo) e coi Martinengo di Padernello per nozze del<br />

figlio Camillo che degnamente ne continuò il nome unitamente ai fratelli<br />

Pompeo avvocato e Paolo cavaliere di Malta» 26 . Questa prosa, anche<br />

se decisamente romanzata, porta i primi essenziali elementi biografici<br />

riguardanti Matteo Avogadro. Col fine di sondare la sua attività di giureconsulto,<br />

per la quale è ricordato in questo ed altri passi, ho eseguito<br />

una consultazione ad indicem dei Diari di Marino Sanudo 27 . Il celeberrimo<br />

cronachista veneziano non dà notizia del matrimonio tra un Avogadro<br />

ed una Gambara, citando Matteo per la prima volta il 24 febbraio<br />

del 1503, definendolo come «doctor, cavalier», in seno ad un’ambasciata<br />

che il nostro fece con Gianbattista de Pianno e Sigismondo de Buchi a<br />

Milano per riferire a Girolamo Martinengo della decisione del Consiglio<br />

dei Dieci di requisirgli i beni e bandirlo dalla città di Brescia 28 .<br />

23 A.S.C., Fondo Avogadro-Fenaroli, busta 1, foglio 39, in questo albero genealogico di fine<br />

XVIII secolo i figli di Pietro, Matteo e Pietro Francesco, hanno sotto il nome la scritta<br />

“premorto al padre”. Pur non potendo dare totale affidabilità a questa fonte, dato che si<br />

colloca a più di due secoli di distanza dagli avvenimenti, la morte prematura di questi<br />

due fratelli spiega la loro totale assenza nelle fonti successive, contrariamente agli altri<br />

due fratelli Giacomo e Luigi.<br />

24 C. PASERO, Francia Spagna Impero a Brescia 1509-1516, Brescia 1958, p. 17.<br />

25 LECHI, Le dimore bresciane, IV, p. 316.<br />

26 PASERO, Francia Spagna Impero, p. 17.<br />

27 M. SANUDO, Diarii, a cura di G. Berchet et alii, Venezia 1884-1906.<br />

28<br />

SANUDO, Diarii, IV, cc. 754, 755. La notizia perviene al diarista da Milano per bocca del<br />

segretario veneziano.<br />

155

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