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M ATTEO A VOGADRO<br />

di guelfismo e ghibellinismo, o comunque con una posizione storica<br />

chiaramente delineata, come mezzo di rapporto tra il potere sovralocale<br />

e le sue declinazioni nella realtà cittadina e nel contado. Partes che fungevano,<br />

perciò, come strumenti di mediazione tra la distante autorità<br />

(fosse essa imperiale, ducale, marchesca) e i sudditi di quell’autorità.<br />

A tal proposito mi paiono molto pertinenti le osservazioni di Jeremy<br />

Boissevain 107 riguardo alla differenza tra utilizzo di risorse politiche ed<br />

economiche di primo ordine (terre, rendite, favori), cioè quelle controllate<br />

e dispensate direttamente da colui che si può definire patrono, e le<br />

risorse di secondo ordine, che si fondano sui rapporti con coloro che gestiscono<br />

le risorse di primo ordine, e fondano il potere del mediatore.<br />

Queste considerazioni, applicate da Massimo della Misericordia al particolare<br />

contesto della Valtellina 108 mi paiono utili per comprendere la<br />

gestione del potere di casa Avogadro, in una realtà periferica come la<br />

Valtrompia, e per molti versi accomunabile alla Valtellina di Divenire comunità,<br />

ed in parte esemplificativa del ruolo di mediatore come espressione<br />

del legame tra potere alto e sudditi. Come spiega abilmente Della<br />

Misericordia «i duchi di Milano non erano certamente in grado di governare<br />

le periferie in modo diretto e immediato. Allora i signori rurali<br />

e gli uomini dotati del più forte ascendente locale - che le fonti sforzesche<br />

identificano come gentiluomini o ‘principali’- si specializzarono in<br />

funzioni di mediazione, occupando i canali di comunicazione tra il centro<br />

e le periferie [...] Misero pertanto a disposizione del potere centrale i<br />

propri strumenti di governo locale e al contempo garantirono alla popolazione<br />

un accesso privilegiato all’autorità statale, trattamenti di favore,<br />

e così via» 109 .<br />

Di identica natura mi pare sia il prestigio, il potere e i risultati ottenuti<br />

dal casato Avogadro, pur nel differente contesto politico veneziano. In-<br />

107 J. BOISSEVAIN, Friends of Friends. Networks, Manipulators and Coalitions, Oxford 1974,<br />

pp. 147-169.<br />

108 M. DELLA MISERICORDIA, Divenire Comunità. Comuni rurali, poteri locali, identità sociali e<br />

territoriali in Valtellina e nella montagna lombarda nel tardo medioevo, Milano 2006; M.<br />

DELLA MISERICORDIA, La ‘coda’ dei gentiluomini. Fazioni, mediazione politica, clientelismo nello<br />

stato territoriale: il caso della montagna lombarda durante il dominio sforzesco (XV secolo),<br />

in Guelfi e ghibellini, pp. 275-389.<br />

109 DELLA MISERICORDIA, La ‘coda’ dei gentiluomini, p. 276.<br />

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