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“LO MEGLIO SARIA NON HAVER PARCIALITÀ”<br />
tizie sulla famiglia del cronista: suo intento precipuo è quello di passare<br />
in veloce rassegna il contenuto delle carte principali dell’opera, pertanto<br />
mancano riflessioni ampie sul significato delle stesse.<br />
Per avere uno studio più approfondito sul Registro bisogna attendere gli<br />
anni Trenta del XX secolo, quando è il già menzionato Guerrini a riscoprirne<br />
l’importanza come «miniera veramente preziosa e abbondante<br />
per la storia bresciana del primo cinquecento» 15 . Lo storico, tuttavia, ha<br />
un giudizio ambivalente: tiene in grande considerazione il Nassino se si<br />
tratta di sottolinearne la copiosità, l’estrema ricchezza di informazioni<br />
ed il fatto di «averci aperto una larga finestra sulla vita bresciana» 16 ,<br />
ma lo critica in quanto cronista poco «sereno ed oggettivo» e scarsamente<br />
utilizzabile per una ricostruzione obiettiva delle vicende locali del<br />
XVI secolo. Guerrini sottolinea come il cronista fosse «di condizione<br />
nobile, ma di modeste fortune»: vedremo più avanti come, in accordo<br />
all’evoluzione della storiografia, questi due giudizi debbano essere almeno<br />
in parte mitigati o riformulati. Continua il Guerrini affermando<br />
che Pandolfo «parla sovente e sempre bene dei suoi, ma contro le casate<br />
e le persone di più alta posizione sociale della sua, contro tutti quelli che<br />
[…] mortificano la sua ambizione, egli esercita volentieri e liberamente<br />
[…] la punta acuminata della sua penna, eco schiettamente bresciana<br />
della sua lingua mordace e maldicente» 17 . Una tale valutazione, seppure<br />
ampiamente fondata sull’analisi di molteplici passi della cronaca, rivela<br />
ai nostri occhi una miopia di fondo: lo storico non considera che la<br />
“lingua mordace” e le “parole taglienti” del Nassino sono la spia di<br />
qualcosa di più complesso che non la semplice invidia nei confronti di<br />
personaggi più altolocati e più potenti. Tra le pagine del Registro, infatti,<br />
emergono in filigrana le problematiche connesse allo scontro politico<br />
fazionario e allo scontro sociale tra un consiglio cittadino ormai chiuso<br />
ed autoreferenziale ed una comunità cittadina di “non aventi diritto”<br />
ormai esclusa dalla partecipazione al governo.<br />
vero ben pochi, se si considera che su un totale di oltre 350 carte, lo studioso ne ha riportate<br />
non più di una decina.<br />
15 GUERRINI, Satire e libelli, p. 97.<br />
16 GUERRINI, Satire e libelli, p. 98.<br />
17 GUERRINI, Satire e libelli, p. 97.<br />
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