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M ARIA T ERESA R OSA B AREZZANI<br />
La Candida cerva, animale prezioso che per Petrarca è l’allegoria di Laura,<br />
per altri – come immagine del Cervo Bianco – ha la sua più celebre<br />
rappresentazione nell’Erec et Enice di Chrétien de Troyes (databile tra il<br />
1165 e il 1170) che si apre con la caccia al mirabile Cervo Bianco, episodio<br />
che è solo un particolare all’interno della narrazione. Ma i primi<br />
testi rolandiani precedono cronologicamente l’Erec e anche tutti gli altri<br />
testi arturiani che a loro volta si apparentano a immagini e leggende<br />
agiografiche sia anteriori sia posteriori. Altri schemi narrativi ricorrenti<br />
contemplano il Cervo Bianco come guida miracolosa o come guida<br />
magica, o come oggetto di caccia che può essere selvaggia come nelle<br />
leggende folkloristiche della «fille-biche» a cui sembano collegarsi il<br />
Boccaccio e altri tratti di leggende agiografiche, come quella, assai importante,<br />
di Sant’Eustachio (= Santo Stagio), attualmente ancora venerato<br />
nella Pieve di Camaiore 136 . Schemi narrativi nei quali la figura<br />
del Cervo Bianco è inserita con una sua autonomia fantastica 137 .<br />
Forse, come afferma Cigada, non esiste una vera leggenda del Cervo<br />
Bianco, ma certamente esiste il racconto di Machaut che fa del Cerf<br />
Blanc il vero, assoluto protagonista; l’Amante è il narratore che partecipa<br />
delle sofferenze del suo diletto e che ne condivide la gioia finale,<br />
cronista fedele che ha un interlocutore nella Dama Bianca che si rivelerà<br />
essere Plaisance. Il Narratore, giovane ingenuo, scopre grazie al suo cervo<br />
vagabondo, la fonte dell’Amore e della Bellezza e alla fine si identifica<br />
nel suo animale per essere indissolubilmente legato alla Rosa. Così,<br />
mentre attraverso le tante prove cui è sottoposto avviene la metamorfosi<br />
del cervo che da instabile, orgoglioso e ingrato diventa docile e fedele,<br />
sottomesso e felice, allo stesso modo avviene la metamorfosi del<br />
suo maestro che da cacciatore inesperto alla fine, perfettamente educa-<br />
136 A. S. GIANNINI, Radici storiche e cultuali della pieve di Santo Stefano di Camaiore nella sopravvivenza,<br />
in età comunale, dei culti dei martiri romani Genesio ed Eustachio, in Profili<br />
istituzionali della santità medievale. Culti importati, culti esportati e culti autoctoni nella<br />
toscana Occidentale e nella circolazione mediterranea ed europea, a cura di C. Alzati, G. Rossetti,<br />
Pisa 2009, pp. 105-142. Come non ricordare, a proposito di sant’Eustachio e della<br />
leggenda che lo celebra insieme al cervo-guida, l’Anconetta di Giovanni da Milano che lo<br />
ritrae con un graziosissimo piccolo cervo fra le braccia e in compagnia di san Giacomo<br />
(Roma Galleria Nazionale, Palazzo Barberini).<br />
137 Rimando naturalmente all’eccellente lavoro di Cigada per tutte le notizie sull’argomento.