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“LO MEGLIO SARIA NON HAVER PARCIALITÀ”<br />

dei loro sentimenti anti veneziani, ne erano state escluse in precedenza 61 .<br />

Nel 1517 i suoi figli presentano l’estimo: oltre ad un gran numero di<br />

possedimenti poco identificabili (concentrati in una certa misura sulle<br />

chiusure) e ad affitti per il valore di 4000 lire, sono registrate entrate di<br />

varia natura per il valore totale di 19218 lire d’estimo. Si tratta quindi di<br />

un estimo molto più ricco di quello dell’agnazione di Pandolfo, che dimostra<br />

una superiore condizione economica oltre che, come appare dalle poche<br />

fonti, sociale e politica. In verità, pare quella di Bertolino essere la discendenza<br />

più benestante dei Nassini: anche la discendenza di Pietro<br />

quondam Giovanni, fratello di Antonio e di Baldassarre, risulta infatti negli<br />

estimi essere in linea con lo status di Pandolfo e Gian Paolo, e come loro<br />

gli esponenti di questo ramo risultano avere un posto in consiglio 62 .<br />

Senza volere oltremodo dilungarsi in questo discorso, dai dati finora<br />

emersi dalle carte si può trarre qualche conclusione: che il ramo dal<br />

cronista sia uno di quelli minoritari della “galassia Nassini” è evidente<br />

ed incontestabile. Non è la discendenza di Antonio a fare la fortuna del<br />

casato nel corso del Quattrocento e del Cinquecento, e Pandolfo lo sa bene,<br />

perché nel suo riferirsi ai fatti del tradimento di Pietro Avogadro nel<br />

1426 non nomina direttamente nessuno dei suoi avi: se ne avesse avuto<br />

modo, perché non farlo? Ma, allora, i suoi ascendenti avevano imboccato<br />

probabilmente una parabola discendente, mentre stavano<br />

emergendo altri rami, in particolare quello di Emiliano, di gran lunga il<br />

più dinamico tra XV e XVI secolo. Ciò nonostante sembra eccessivo accettare<br />

la lettura del Guerrini il quale, come ricordato all’inizio 63 , parla<br />

di Pandolfo come di un nobile decaduto: dagli estimi e dalle poche fonti<br />

emerse sembra invece di trovarsi di fronte all’esponente di un ramo certamente<br />

di secondo piano, ma che ha i mezzi e la forza per potersi allacciare<br />

a network di potere non indifferenti (il Paitone, i Martinengo) e<br />

di aumentare, seppur in maniera non eclatante, il prestigio e le ricchezze<br />

della sua famiglia 64 . Un ramo che, tecnicamente, non può neppure<br />

61 A.S.C., Provvisioni, b. 522 (1509-1510), cc. 31v-32r.<br />

62 Cfr. A.S.C., Provvisioni, b. 531 (1527-1529), c. 38r e A.S.C., Polizze, b. 93a, fasc.<br />

1517, f. 161.<br />

63 Cfr. n. 17.<br />

64 Per capire meglio questo paragrafo ed il precedente non è forse inopportuno citare altri<br />

dati ricavati sempre dalle polizze d’estimo del primo Cinquecento e riferiti però ad altri<br />

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