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I MULINI DI G OGLIONE. IL MULINO SUL C HIESE<br />

glieri «concesserunt et dederunt ad melliorandum» a Giacobino figlio di<br />

Graziadei de Iacobinis di Goglione e a suo fratello Vincenzo due edifici da<br />

mulino ad acqua del Comune, uno sulla ripa del Naviglio «in contrata<br />

pontis Bassine» con tre ruote, «et alterum in contrata pontis Clisis Calvagesii<br />

cum duabus roti et cum omnibus utensilibus» per il periodo di<br />

un anno. La cifra concordata fu di 426 lire planete e l’intera operazione<br />

avveniva nel rispetto di quanto scritto nel libro delle provvisioni del Comune<br />

«coperto curamine rubeo». L’anno seguente i due mulini vennero<br />

concessi a Michele Taschino per 491 lire, per poi finire nel 1553 sotto la<br />

conduzione famigliare di Antonio Bonizzardi, dei fratelli Domenico e<br />

Battistino e dei nipoti figli del fratello Angelo per 441 planete. Eccetto la<br />

breve parentesi del 1554 la medesima gestione continuò nel 1555 e nel<br />

1556. Fu in quest’ultimo anno che, come anticipato, venne affittato<br />

solo il mulino sul Naviglio. Non è possibile sapere il perché dell’esclusione<br />

di quello sul Chiese; ma sorprende l’entità della cifra sborsata che<br />

raggiunse un limite superiore all’affitto dei due mulini: 546 lire 76 .<br />

Pochi anni dopo in una «Polizza dei beni del Commune di Goione» del<br />

20 settembre 1586, i mulini vengono così descritti: «Una casa de molino<br />

al fiume del Navillio con ruode numero 3 con canali de preda qual<br />

s’affitta al pubblico incanto Lire 480», e di seguito «Item un’altra casa<br />

da molino al fiume del Chiese con ruode numero 2 con canali de legno<br />

qual s’affitta Lire 140» 77 . Nonostante i lavori di inizio Cinquecento e<br />

l’aggiunta di una ruota, permane un netto divario tra i due mulini sulla<br />

quota d’affitto, dovuta a una serie di fattori favorevoli al mulino del<br />

Naviglio come le migliori canalizzazioni, una migliore posizione che<br />

permetteva migliori vie d’accesso e una ruota in più; senza contare il<br />

fatto che il mulino sul Chiese era esposto ai danni dovuti alle periodiche<br />

76 ASBs, Fondo notarile di Brescia, notaio Giovan Francesco Cargnoni, atti 1551-1558. Nel<br />

1551 i due mulini vennero affittati a Giacobino de Iacobinis per 426 lire; nel 1552 a Michele<br />

Taschino per 491 lire; nel 1553 ad Antonio Bonizzardi per 441 lire; nel 1554 a Tommaso<br />

Bonetti per 440 lire; nel 1555 ancora ad Antonio Bonizzardi per 490 lire; nel 1556 viene<br />

affittato solo quello sul Naviglio sempre ad Antonio per 546 lire; nel 1557 solo quello sul<br />

Naviglio a Michele Taschini per 541 lire; nel 1558 solo quello del Naviglio a Giovanni Bonizzardi<br />

per 559 lire e 17 soldi. Infine il documento di appunti del Seicento rivela che nel<br />

1559 venne affittato solo quello sul Naviglio per la cifra di 566 lire e 10 soldi.<br />

77 ACPrev., busta: «Documenti provenienti dall’archivio di Paitone», fasc.: «Goglione. Contabilità<br />

del comune e verbali del consiglio comunale. 1586-1774», c. 3.<br />

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