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“LO MEGLIO SARIA NON HAVER PARCIALITÀ”<br />

muoia proprio lì, nel cuore dei suoi possedimenti extraurbani. Tuttavia,<br />

non è sepolto in loco (a testimoniare il tradizionalmente scarso legame<br />

delle famiglie patrizie con le terre del contado) ma la salma viene trasportata<br />

in San Faustino Maggiore 30 , chiesa conventuale situata nell’omonima<br />

quadra cittadina, presso la quale Giuseppe e i suoi discendenti<br />

risiedono e pagano le tasse. Gian Paolo compare più volte nelle<br />

Provvisioni del Consiglio cittadino: è quindi ammesso agli onori della<br />

partecipazione alle cariche pubbliche e risulta più volte tra i balotadi<br />

estratti a sorte all’interno dell’assemblea 31 . I due estimi da lui presentati<br />

nel 1534 e nel 1548 rivelano una condizione economica più che buona:<br />

si parla di tre cortini a Castelcovati, 134 piò 32 di terra da lui stimati in<br />

un valore complessivo di 6030 lire d’estimo, a cui sono da aggiungersi<br />

case in affitto, livelli e diverse centinaia di ducati impegnati in crediti<br />

per doti 33 . Le cifre aumentano nell’estimo del 1548.<br />

Per la discendenza di Giacomo di Pandolfo, ancora una volta, valgono<br />

come riferimento quasi esclusivo le affermazioni del figlio cronista:<br />

non conosciamo la sua data di nascita, ma sappiamo che all’inizio degli<br />

anni Ottanta del Quattrocento contrae matrimonio con Elisabetta Caetani,<br />

figlia di Giovanni Caetani (membro del consiglio cittadino) e sorella<br />

di Antonio, di cui il cronista conserva un ottimo ricordo, in quanto<br />

«magnifico et excellente […] dotore et cavaliere». Un giurista di buon<br />

profilo, se è vero che, al tempo in cui l’Impero occupava la città, Antonio<br />

era stato inviato «per la Magnifica Comunità da Bressa dal Imperatore<br />

[…], et ditto lo fece Cavaliero» 34 . Si tratta dunque di una famiglia<br />

30 Occorre forse aggiungere che la chiesa di San Faustino maggiore, dal X secolo, conteneva<br />

le spoglie dei santi patroni della città (Faustino e Giovita) e, pur non essendo chiesa<br />

cattedrale, aveva un prestigio ed un rilievo non indifferente per i bresciani.<br />

31 Ad esempio il 31 maggio 1529 Jo. Paulo quondam Josaphat Nassini, per la V quadra di<br />

San Faustino, è tra i balotadi ad Vicariatu minores. In quella seduta figurano anche altri<br />

Nassini: il cronista Pandolfo, Geronimo Nassini quondam Ludovico e Comino Nassini.<br />

Cfr. Archivio Storico Civico (=A.S.C.), Provvisioni, reg. 531, aa. 1527-29, cc. 9r, 38r,<br />

117r, 122r.<br />

32 Unità di misura bresciana. 1 piò corrisponde a 3255 m², o a 100 tavole. 3 piò corrispondono<br />

pertanto a circa un ettaro.<br />

33 A.S.C. Polizze, reg. 93a, fasc. 1534, f.28<br />

34 Il periodo dell’incontro con Massimiliano I, o con i suoi rappresentanti dovrebbe essere<br />

compreso tra la metà del 1513 e la metà del 1516, quando gli imperiali a più riprese ten-<br />

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