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W ILDT, MARTINI E D AZZI 247<br />

al tema e una sensibilità che eleva i soggetti al rango di protagonisti.<br />

Altrettanto interessanti si rivelano poi le figure femminili, nude o vestite,<br />

accarezzate dal sole della Versilia o rubate alla vita di casa. Tra loro<br />

emerge soprattutto la moglie Andreina, detta «Gri», che Dazzi amava<br />

osservare nelle circostanze più ordinarie, come ben dimostrano tre disegni<br />

inediti provenienti da una collezione privata (figg. 5-7) 10 . Eseguiti<br />

ad acquerello, ci svelano un Dazzi piuttosto lontano dall’invalsa immagine<br />

di servitore del regime. La figura dell’amata consorte, infatti, è<br />

restituita in modo rapido, senza cura per i particolari. Come tre istantanee<br />

un po’ sfocate, ma decise a catturare la poesia racchiusa nello<br />

spazio di un attimo, i tre disegni snobbano l’annotazione di questo o di<br />

quel dettaglio e vanno dritti alla meta, abbozzando un affettuoso scorcio<br />

di vita quotidiana. Il distacco con cui traduceva in immagini la propaganda<br />

fascista lascia il posto a un coinvolgimento intimo e profondo,<br />

che trasferisce sulla carta l’amore per Gri.<br />

Pertanto all’ostilità critica che ha colpito Dazzi, più che la noncuranza<br />

per la produzione ufficiale (che spesso è davvero scialba e ripetitiva),<br />

bisogna rimproverare il disinteresse riservato ai lavori meno legati al<br />

regime. La vicenda artistica del maestro toscano, inoltre, merita<br />

un’analisi più equilibrata, che, evidenziando senza pregiudizio le luci e<br />

le ombre di una lunga carriera, rinunci a demonizzare l’artista per motivi<br />

unicamente politici o – tendenza frequente ai giorni nostri – a riabilitarne<br />

le opere meno felici solo per smania revisionistica.<br />

10 Il primo misura cm 31x24,5, il secondo cm 34x24,2 e il terzo cm 26x34,7. Non firmati,<br />

sono riconducibili con certezza a Dazzi grazie alle informazioni del noto architetto<br />

Carlo Vannoni, che contrassegnò ciascuno dei tre con la scritta «Acquerello del M. o Arturo<br />

Dazzi Ritratto di “Gri” 1935 Arch. Carlo Vannoni». Le coincidenze stilistiche con alcune<br />

delle tele conservate a Forte dei Marmi confermano l’indicazione (cfr. in particolare<br />

Arturo Dazzi. Dipinti e sculture, schede 10, 11, 13, 16). Nella collezione privata che ospita<br />

i tre acquerelli si conserva anche un Profilo femminile inedito (pastello su carta, cm<br />

26,5x24,5), privo di scritte, che mi sembra attribuibile allo stesso Dazzi.

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