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F ABRIZIO P AGNONI<br />
di sicuro prestigio, seppure non tra le prime nel contesto cittadino. Sono<br />
però altri indizi a darci l’idea che questo ramo, seppure non potentissimo<br />
e sicuramente di seconda fascia rispetto ad altre casate o anche<br />
ad altri rami della medesima agnazione, coltivasse amicizie e legami<br />
“giusti” nell’ambiente urbano dell’epoca. Nel Registro si specificano con<br />
attenzione non solo le date ma anche i padrini e le madrine presenti ai<br />
battesimi dei figli di Giacomo, e successivamente di quelli di Pandolfo: è<br />
un modo, da parte del cronista, di sottolineare l’importanza e la levatura<br />
dei legami di casa nassina. Afra, la primogenita, è tenuta a battesimo<br />
nella chiesa di San Faustino Maggiore 35 da Giovan Battista Sala,<br />
Apollonio Poncarale e Pietro Riva. Quest’ultimo è un esponente dell’importante<br />
famiglia dei Riva, potente tra XV e XVI secolo, e sarà coinvolto<br />
in prima fila pochi anni più tardi nella congiura antifrancese di Luigi<br />
Avogadro. Pietro Riva, assieme a Govanni Zamara e al solito Poncarale,<br />
tiene a battesimo anche la secondogenita, Antonia. Viene poi la volta<br />
del cronista, nato il 28 novembre 1486 e battezzato il 30 dello stesso<br />
mese: oltre ai padrini già menzionati, si aggiunge Pietro Chizzola,<br />
membro di una famiglia di cives in netta ascesa in questo periodo. Per<br />
gli ultimi figli Prudenzia e Vincenzo i padrini sono sempre gli stessi.<br />
La famiglia del cronista. È successivamente, con Pandolfo il cronista,<br />
che pare intravedere dalle carte una certa ascesa della famiglia, sia sul<br />
piano economico che su quello delle “amicizie”: i figli di Pandolfo, nell’ordine<br />
Giulia, Camilla, Giacomo ed Abdenago, hanno per padrini e<br />
madrine personaggi del calibro di Traiano Averoldi, Gian Francesco<br />
Rozzone, Gian Francesco Calzaveglia, Gian Francesco Calini, donna Horant,<br />
moglie di Camillo Martinengo da Barco, Ippolito da Mantova<br />
(console alla mercanzia) e Leonardo Martinengo da Barco. Inoltre la<br />
prima figlia, Giulia, viene battezzata direttamente dal vescovo Mattia<br />
Ugoni, di Famagosta, nella chiesa di San Faustino, nella quale, «sotto lo<br />
altare della Madonna posto nel mezzo», la famiglia di Pandolfo ha la<br />
tomba di famiglia 36 . Averoldi, Calini, Martinengo: se è lecito desumere<br />
gono presidio nel castello cittadino, avvicendandosi a spagnoli e francesi. Per la citazione<br />
e per altre notizie sui Caetani, cfr. NASSINO, Registro, cc. 11r-12v.<br />
35 Come sarà anche per gli altri discendenti di Giacomo. Cfr. Ivi, c. 12r.<br />
36 L’informazione si coglie dal Registro, c. 292r.