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F ABRIZIO P AGNONI<br />
di Zoan di Lani, […], qual similmente è imperiale; sapi che quella casa di<br />
Sechi sono imperiali» 97 . Si parla di un trattato, di una tentata macchinazione<br />
per cercare di consegnare Castrezzato (terra fortificata e pertanto<br />
strategicamente importante, tanto che nei mesi successivi al fallimento<br />
di questo trattato «la rocha de ditta terra fo ruinata fina ali fondamenti»<br />
98 ) da parte di un esponente di un potente casato urbano (i Secco)<br />
che viene qualificato, nella sua scelta politica “sovralocale”, come<br />
imperiale, e non come ghibellino. Del resto, anche il Caroldo, nella sua<br />
già citata relazione (coeva peraltro a questi passi del Registro), fa mostra<br />
di rendersi conto che, in taluni casi, guelfi e ghibellini ormai sono divenuti<br />
termini poco identificativi in politica estera, e che è più immediato<br />
parlare di imperialità, piuttosto che di franzosità invece che rifarsi a parole<br />
troppo connotate di senso storico e perciò poco utilizzabili in una<br />
fase di repentini cambiamenti di campo 99 .<br />
L’aspetto centrale del “cartello” in questione è però un altro, ed è forse<br />
l’aspetto a cui anche Pandolfo Nassino intende dare rilievo: quello cioè delle<br />
critiche violente rivolte al poco “etico” comportamento da parte di alcuni<br />
membri del Consiglio cittadino rispetto alla carica da loro occupata: di<br />
Giovanni Maria Avogadro, infatti, si dice che «andava per le stalle a Gedi<br />
mascherà a balar et se armava, et andava a putani de notte […] essendo<br />
Vicario in ditto loco». Di un Emili, similmente, si dice che «essendo Vicario<br />
a Castrezago, zugava cum quelli vilani a li berlini in strata publica contro<br />
ogni debito»; Calimero Calini, membro del Consiglio, è accusato invece di<br />
essere bastardo, e quindi almeno teoricamente impossibilitato a partecipare<br />
attivamente alla vita politica cittadina; dell’ imperialissimo (ancora una<br />
volta) Antonio Bargnani si riporta che, «essendo Vicario a Gedi fece cassar<br />
et canzelar uno Sancto Marco, et fe far in quel loco la sua arma»; Matteo<br />
Avogadro, persona di primo piano in città e importante uomo diplomatico<br />
al servizio della Signoria di Venezia, è criticato in quanto «essendo a Venetia<br />
ambassadore de Bresa procurò per luy, et non atese ala cità».<br />
Che questa forte condanna nei confronti della dubbia moralità e limpidezza<br />
nel gestire la cosa politica iniziasse, in quegli anni, a farsi largo<br />
97<br />
NASSINO, Registro, c. 39r.<br />
98<br />
NASSINO, Registro, c. 39r.<br />
99 Su Caroldo, cfr. sempre ARCANGELI, Aggregazioni fazionarie, pp. 366-369.