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“LO MEGLIO SARIA NON HAVER PARCIALITÀ”<br />

prascritto, compare Pietro de Riva et Ioanne Zamara et domino Apollonio<br />

de Poncharale et Petro Chizola» 22 . Una costante molto evidente, nel<br />

Registro, è la ripetuta enumerazione delle ascendenze familiari da parte<br />

dell’autore, il rimando continuo agli iniziatori della fortuna della famiglia:<br />

Antonio, ma soprattutto Pandolfo “senior”, avo del cronista. Antonio<br />

Nassino era stato probabilmente uno dei più stretti collaboratori e<br />

seguaci di Pandolfo Malatesta, signore della città durante la crisi del ducato<br />

di Milano negli anni successivi alla morte di Gian Galeazzo, tra il<br />

1404 ed il 1421 23 , tanto che questi aveva tenuto a battesimo il figlio di<br />

Antonio, e proprio in onore del nuovo dominatore di Brescia il piccolo<br />

aveva preso il nome di Pandolfo. Di Pandolfo si parla diverse volte nel Registro:<br />

siamo in effetti di fronte ad un personaggio di non poco spessore<br />

per le sorti di questo ramo della famiglia. Cittadino, come il padre e probabilmente<br />

anche il nonno, egli ricopre la carica di cancelliere nel 1462<br />

dopo essere stato inviato per qualche tempo a Pontevico, nella bassa bresciana<br />

e vicino all’Oglio, per occupare la carica di vicario. Sotto la sua<br />

supervisione «fo principiato lo torione […] cioè quello de sotto et de sera<br />

verso il ditto fiume Olio». Questa notizia, ci dice il cronista, «è anche sul<br />

libro vechio et longo, coperto de carta nostrana, de mane dil quondam<br />

spectabile Pandolfo Nassino mio avo, sula prima carta de ditto libro […<br />

]» 24 : siamo probabilmente di fronte ad un cartulario di famiglia, ad un<br />

registro cioè che alterna copie di documenti “da conservarsi come titoli<br />

giuridici o per memoria storica” a narrazioni degli eventi e della vita degli<br />

esponenti più illustri della famiglia 25 . Se l’ipotesi potesse essere confermata,<br />

si potrebbe avvalorare la tesi che, nel corso del Quattrocento, i<br />

Nassini stessero perseguendo, al pari di altre casate aristocratiche, un<br />

tentativo di fissare in maniera indelebile il proprio status e la propria<br />

condizione anche attraverso l’uso dello strumento (a metà tra il valore<br />

22 NASSINO, Registro, c. 12r.<br />

23 Sia consentito il riferimento a Storia di Brescia, II, pp. 866 sgg. per una trattazione diffusa<br />

sugli anni della signoria malatestiana in città.<br />

24<br />

NASSINO, Registro, c. 17v.<br />

25 Per i cartulari di famiglia (o di lignaggio), cfr. A. GAMBERINI, La memoria dei gentiluomini:<br />

i cartulari di lignaggio, in ID., Oltre le città. Assetti territoriali e culture aristocratiche<br />

nella Lombardia del tardo medioevo, Roma 2009, pp. 159-175.<br />

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