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F ABRIZIO P AGNONI<br />
Luigi, protagonista della congiura antifrancese) si sarebbe preso tutti i<br />
meriti della dedizione della città a Venezia mettendo in ombra il ruolo<br />
della casa nassina. È un giudizio eccessivamente distorto, quello del<br />
cronista, che tuttavia lascia trapelare qualcosa di significativo: se il suo<br />
ascendente diretto, Antonio, si era legato a Pandolfo Malatesta e probabilmente<br />
aveva dovuto scontare, alla fine della signoria di costui, alcuni<br />
anni politicamente difficili, altri ceppi della famiglia si erano mossi in<br />
maniera più fortunata, abbracciando Venezia. È il caso, ad esempio, del<br />
fratello di Antonio, Baldassarre, che figura tra i firmatari della dedizione<br />
a Venezia del 1426 58 , oppure quello di Emiliano Nassino e del padre<br />
Bertolino, che non risultano legati in alcun modo alla ascendenza del<br />
cronista (si tratta probabilmente di un ramo distaccatosi più anticamente)<br />
ma sono tra i fautori della congiura di Gussago, ordita da alcuni<br />
cittadini proprio per dare la città alla Signoria. Da questo ramo, peraltro,<br />
discendono figure di non poco spessore all’interno del consiglio<br />
cittadino: da Giovanni di Emiliano nasce Nassino Nassini, segnalato<br />
nelle fonti dal 1469 come «Cancellaro Magnifico Civitatis Brixiae» 59 , e<br />
da questi derivano prima Ludovico, e poi i figli di lui, Geronimo e Zoan<br />
Paulo. Nassino occupa per diversi anni la carica di cancelliere della città,<br />
e ancora nel 1492 (dopo la serrata del 1488 60 ) figura tra i cinque membri<br />
del Comitato esecutivo della città inviato a Venezia contro le richieste<br />
degli abitanti della Cittadella (in maggioranza ghibellini e in parecchi<br />
casi esclusi dal Consiglio cittadino), che mirano a restituire ai rettori<br />
veneti la facoltà di assegnare cariche ed uffici, prerogativa invece ormai<br />
ampiamente controllata dal Consiglio stesso.<br />
I suoi discendenti non sono da meno: Ludovico, presente nel consiglio<br />
della serrata del 1488, risulta essere presente anche nella seduta del 18<br />
settembre 1509, quando alla presenza dell’inviato di Luigi XII il Consiglio<br />
cittadino prende la decisione di riformare ulteriormente i criteri di selezione,<br />
ammettendo diverse famiglie di Cittadella che, forse anche a causa<br />
58 Edita in F. ODORICI, Storie bresciane, VIII, Brescia 1858, p. 148.<br />
59 Cfr, oltre a A.S.C., Provvisioni, anche A.S.C., Processi di nobiltà, b. 299, c. 108r.<br />
60 Nei verbali del Consiglio cittadino del 29 dicembre 1488, che decretano la Serrata, nella<br />
V quadra di San Faustino compare non Pandolfo Nassino, ma il figlio maggiore, Giacomo<br />
Nassino, padre del cronista. Cfr. A.S.C., Provvisioni, b. 510.