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M ATTEO A VOGADRO<br />

valtellinese, di divisioni di tipo fazionario, rivalità tra comuni e tensioni<br />

sociali («Giovanni Beccaria [...], incaricato di pacificare la controversia<br />

tra i comuni di Poschiavo e Tirano, rilevò che gli abitanti della seconda<br />

località erano profondamente divisi ‘tra gentiluomini e villani’<br />

circa la soluzione da adottare» 114 ). Questa disgregazione non pare caratterizzare<br />

la Valtrompia, zona di omogenea propensione guelfa fin<br />

dagli scontri contro Barnabò Visconti e organizzata in una rete di<br />

strutture comunitarie di carattere sovracomunale già dal XIV secolo<br />

115 . Lo scontro fazionario non è, dunque, da ricercare in questo caso<br />

all’interno della valle, ma credo più opportuno considerare questa zona<br />

come il bacino politico di appoggio degli Avogadro, per lo scontro<br />

fazionario a livello cittadino.<br />

I cambi di signoria in città non alterarono profondamente quello che<br />

era l’equilibrio politico ed economico tra le due principali famiglie in<br />

contesa. Come detto, infatti, ci fu certamente una decisa ascesa del casato<br />

degli Avogadro che, tra la fine del XIV secolo e i primi trent’anni<br />

del XV, furono prima infeudati di Polaveno dal Malatesta e, successivamente<br />

di Lumezzane, feudo sul quale detenevano diritti di mero e misto<br />

imperio. Parallelamente crebbe anche il peso economico degli Avogadro:<br />

i due fratelli Pietro e Giovanni, nel 1416, pagavano 11,2 e 11,3 denari,<br />

ma dal 1430 l’estimo degli Avogadro crebbe fino a triplicarsi nel giro di<br />

quattordici anni 116 . Tra i frutti delle vittorie politiche di questi decenni<br />

vanno, inoltre, annoverati i privilegi e le esenzioni concesse dalla signoria<br />

malatestiana e da quella marchesca alle valli Trompia e Sabbia, zone<br />

114 DELLA MISERICORDIA, La ‘coda’ dei gentiluomini, p. 295.<br />

115 Lo Statuto di Valtrompia pervenutoci dal 1576 si rifà a quello precedente del 1436, data<br />

che può essere presa come atto di fondazione della Comunità della valle. La presenza<br />

della comunità può essere però predatata al 1231, quando viene documentato il pagamento<br />

del podestà da parte del comune di Bovegno e simili pagamenti si ritrovano anche<br />

negli anni successivi per la carica del vicario. Questi pagamenti danno riscontro certo<br />

esclusivamente delle cariche comunali di Bovegno e testimoniano che le istituzioni degli<br />

Statuti del 1341 erano già operanti almeno mezzo secolo prima. Per la comunità della<br />

valle sono, invece, più significativi alcuni atti del 1323, 1326 e 1327 inerenti al castrum<br />

di Testaforte di Zanano, per la ristrutturazione del quale è incaricato, con il ruolo di<br />

massaro della Communitas Vallis Trumpiae, Bonaventura Bevulchini.<br />

116<br />

VAGLIA, Storia della Valle Sabbia, pp. 160, 161. L’autore non specifica i documenti consultati<br />

per ricavare queste cifre.<br />

173

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