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B RESCIA NEL N OVECENTO<br />

sostegno leale e fattivo allo sforzo bellico offerto dai cattolici sancisce la<br />

loro piena legittimazione come forza nazionale» 13 . Tale legittimazione,<br />

tuttavia, non garantiva un equilibrio politico ed istituzionale nella difficile<br />

congiuntura successiva alla conclusione del conflitto, per cui l’esito<br />

di rivelava nefasto nel senso della paralisi della società politica e dell’affermazione<br />

della dittatura fascista, partendo proprio dai territori<br />

come lo stesso Bresciano 14 .<br />

Critico, ma comunque anch’esso del tutto originale, è stato il percorso<br />

di affermazione del fascismo a Brescia 15 . Infatti lo stesso presenta proprio<br />

«qui caratteri di minore virulenza e soprattutto di più lenta ed incompleta<br />

capacità di insediamento sia nella società civile sia – almeno fino<br />

a quando le istituzioni statali non gli aprono definitivamente la strada<br />

– nella società politica. Solo nel ’21 riesce a prender piede e ad andare<br />

oltre una presenza rimasta fino allora poco più che simbolica nell’ambiente<br />

giovanile studentesco e in quello piccolo-borghese più precario ed<br />

esposto ai pericoli di una proletarizzazione – reduci, ceto intellettuale. Il<br />

terreno di coltura nuovo è nelle campagne della bassa. Qui esso riesce ad<br />

innestarsi, in seguito all’acuita frattura di classe, sulla mobilitazione<br />

politica delle classi borghesi decise a ristabilire condizioni di assoluta certezza<br />

economica per il pieno esercizio del loro potere di proprietari» 16 .<br />

D’altro canto è del tutto originale, specie nella sua testimonianza eroica,<br />

anche la resistenza al fascismo, intesa sia nel senso del movimento<br />

armato organizzato e strutturato in provincia tra il 1943 ed il 1945 17 ,<br />

sia per quanto concerne più ampiamente il rapporto Chiesa-territorio,<br />

che a ben vedere «è centrale nella storia del ventennio bresciano. Non<br />

solo perché sono tanti i sacerdoti che apertamente si oppongono al regime<br />

fascista, ma soprattutto perché la parrocchia, intesa come identità<br />

spirituale e territoriale, e il prete, come rappresentante di un equilibrio<br />

radicato, finiscono con il costituire, nei momenti di difficoltà, una sorta<br />

13 CHIARINI, La modernizzazione a Brescia, p. 222.<br />

14 G. SCANZI, Il “caso Brescia”, luoghi, radici, idee tra fascismo e democrazia, in Brescia e il<br />

suo territorio, pp. 129-136.<br />

15 P. C ORSINI, Il feudo di Augusto Turati. Fascismo e lotta politica a Brescia, Milano 1988.<br />

16 CHIARINI, La modernizzazione a Brescia, p. 224.<br />

17 R. ANNI, Storia della resistenza bresciana 1943-1945, Brescia 2005.<br />

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