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8<br />

M ARIA T ERESA R OSA B AREZZANI<br />

Non al suo amante più Dïana piacque<br />

quando per tal ventura tutta ignuda<br />

la vide in mezzo de le gelide acque,<br />

ch’a me la pastorella alpestra et cruda<br />

posta a bagnar un leggiadretto velo,<br />

ch’a l’aura il vago et biondo capel chiuda,<br />

tal che mi fece, or quand’egli arde ‘l cielo,<br />

tutto tremar d’un amoroso gielo 4 .<br />

L’interesse dei musicologi è suscitato dal fatto che il madrigale fu l’unico<br />

ad essere musicato mentre era ancora in vita l’autore 5 . Il compositore<br />

era Jacopo da Bologna, forte rappresentante dell’ Ars Nova Italiana,<br />

autore tanto audace quanto innovatore, ma anche poeta e teorico 6 , a<br />

stretto contatto con le corti dell’Italia settentrionale, con quella dei Visconti<br />

in particolare 7 .<br />

La composizione – convogliata dai due nomi illustri di Petrarca e di Jacopo<br />

da Bologna – ebbe tanto successo da entrare in cinque differenti<br />

manoscritti dell’epoca 8 con varianti testuali e melodiche che i musicologi<br />

hanno puntualmente rilevato.<br />

4 BETTARINI, p. 267.<br />

5 Non hanno riscontro invece altri madrigali musicati all’interno del XIV secolo segnalati<br />

in W. TH. MARROCCO, A checklist of musical setting on the poems of Francesco Petrarch,<br />

«Quadrivium», 1974, pp. 115-136: Canzone XXXIX, Di pensier in pensier nel Codex Panciatichianus<br />

27, n. 85 (di anonimo); Sonetto CXXXIX Pace non trovo, e non ho da far guerra,<br />

sec. XIV [di anonimo, senza indicazione della fonte]; Sonetto CLII Questa humil fera,<br />

un cor di tigre e d’orsa nel Palatinus Codex 251, n. 152; Congedo Morte m’ha sciolto dalla<br />

canzone CCLXX Amor se vuo’ ch’i torni al giogo antico, musicato da Andrea Stefani alla fine<br />

del XIV secolo [senza indicazione della fonte].<br />

6 L’arte del biscanto misurato secondo il maestro Jacopo da Bologna, Firenze, Biblioteca Mediceo-Laurenziana,<br />

Ms Redi 71, cc. 41v-48v. A questo riguardo: P. P. SCATTOLIN, I trattati<br />

teorici di Jacopo da Bologna e Paolo da Firenze. I: Il trattato teorico di Jacopo da Bologna. Studio<br />

ed edizione, «Quadrivium», a. XV, nr. 1 (1974), pp. 9-43.<br />

7 Jacopo da Bologna operava presso la corte di Luchino Visconti almeno dal 1346. Sugli<br />

spostamenti di Jacopo e sulle dedicatorie di alcune sue opere riferisce S. CAMPAGNOLO, Petrarca<br />

e la musica del suo tempo, in Petrarca in musica. Atti del Convegno Internazionale di Studi,<br />

Arezzo, 18-20 marzo 2004, a cura di A. Chegai e C. Luzzi, Lucca 2005, p. 19, n. 43.<br />

8 Firenze, Biblioteca Mediceo-Laurenziana, Palatino 87 (Codice Squarcialupi, siglato Sq),<br />

cc. 10v-11r; Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Panciatichi 26 (Fp), c. 71r; Paris, Bi-

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