Propedeutica, Didattica e comunicazione che l'allenatore ... - Multistars
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Attraverso la potenza aerobica è sicuramente più facile diminuire le<br />
pulsazioni e, quindi, allontanarsi dal demoniaco momento in cui la pista<br />
diventa una “vertiginosa salita”.<br />
A questo punto voglio an<strong>che</strong> affermare <strong>che</strong>, tutto quanto esposto, non<br />
esclude l’utilizzo di qual<strong>che</strong> buona prova lattacida, tipo 200 + 200,<br />
partendo dai blocchi nella prima frazione di corsa, recuperando 1’,<br />
1’30”; an<strong>che</strong> i vecchi, ma sempre validi, 300 e 500 m. li utilizzo per<br />
verificare tutto il lavoro fatto, però, tutto ciò e tante altre prove, sono<br />
solo delle conferme, dove esamino le capacità di gestire l’assetto di<br />
corsa, il numero di pulsazioni raggiunte e la fluidità generale<br />
dell’incedere dell’atleta. Se qualcosa non mi convince, insisto sulla<br />
tecnica di corsa, sulla velocità e sulla potenza aerobica, riprendendo<br />
dunque in mano gli elementi <strong>che</strong>, a mio giudizio, rappresentano<br />
l’essenzialità dei 400 m.<br />
Un Decathleta si deve allenare su questa distanza più come un<br />
ottocentometrista, <strong>che</strong> come uno specialista del “giro della morte”, dato<br />
<strong>che</strong> da questo training ne scaturisce an<strong>che</strong> il condizionamento per i<br />
1500 m.<br />
Quando proponete delle prove, come i 300 m. e i 500 m., ricordatevi <strong>che</strong><br />
psicologicamente l’atleta corre i primi ad un ritmo sempre più veloce<br />
rispetto a come interpreterebbe i 400 m., mentre i secondi un po’ più<br />
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