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Nei borghi antichi la storia è vita - Lazionauta

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‘vecchia’. La testimonianza di questo stato di cose, di questi abitanti che<br />

si ostinano a vivere tra le case distrutte, si trova a Roma nell’archivio storico<br />

del Club Alpino Italiano e, come nel caso del pittore svizzero,<br />

August Weckersser, anche questa <strong>è</strong> documentata da un pittore, Enrico<br />

Coleman, il ‘Capoccetta’ dei ‘XXV del<strong>la</strong> campagna romana’, che in un<br />

libro, manoscritto e riccamente illustrato, dedicato ad un’escursione sui<br />

Simbruini e ascensione del Gran Sasso d’Italia, effettuata dal 12 al 15<br />

aprile 1881, alle pagine 17, 18, 19 e 20 par<strong>la</strong> del passaggio per<br />

Camposecco e ne traccia uno schizzo, poi del<strong>la</strong> discesa a Camerata ‘vecchia’<br />

che disegna e descrive così: ‘E’ questo un piccolo paese sul<strong>la</strong> cima d’uno<br />

scoglio a 1218 metri sul mare. Venti anni fa s’incendiò, ed ora non vi rimangono<br />

che pochi abitanti e delle stalle pel bestiame (…) <strong>la</strong> maggior parte degli abitanti si<br />

sono trasportati un 400 metri più in basso, a Camerata Nuova che hanno fabbricato<br />

di pianta e che fa l’effetto di un paese composto di quelle casette di legno che si<br />

danno ai bambini per giocattoli. (…) Frattanto ricominciò a piovere e riparatici sotto<br />

un arco del<strong>la</strong> chiesa diroccata, <strong>la</strong> scena era veramente lugubre. Le nuvole salendo e<br />

scendendo danzavano una ridda infernale, oscurandoci il panorama e tutto intorno<br />

rumoreggiava il tuono. In un angolo dell’arco, in una buca, vari crani e stinchi di<br />

<strong>antichi</strong> cameratani, aggiungevano allegria al<strong>la</strong> scena. (…) riprendemmo <strong>la</strong> discesa e<br />

giungemmo sotto una pioggia torrenziale a Camerata Nuova ultima tappa del giorno.<br />

Domandammo di un oste e ci fu additato un certo Giuseppe Mestici (…) Intanto<br />

che si preparava uscimmo fuori, avendo cessata <strong>la</strong> pioggia e rimanemmo letteralmente<br />

a bocca aperta allo strano e meraviglioso spettacolo che ci si presentò di qui<br />

Camerata vecchia, paese in cui un’ora prima eravamo ‘discesi’. La sua forma si<br />

potrebbe quasi paragonare ad un fiasco cui erasi spezzato irrego<strong>la</strong>rmente il collo;<br />

quando poi più tardi ci vedemmo sorgere dietro <strong>la</strong> luna, <strong>la</strong> scena era proprio degna<br />

del<strong>la</strong> matita di Dor<strong>è</strong>’. Ma <strong>è</strong> dal<strong>la</strong> matita del Coleman che scaturisce il disegno<br />

di Camerata ‘vecchia’ sul cucuzzolo del<strong>la</strong> montagna e, in basso a<br />

destra un fiasco irrego<strong>la</strong>rmente sbeccato che fa il verso al paese diroccato.<br />

Poesia, pura poesia.<br />

La <strong>storia</strong> che marca il Dna gli attuali cameratani, parte dall’Anno Mille<br />

e, come spesso accade a quei tempi, si materializza negli atti di un donativo<br />

che il Conte dei Marsi Rainaldo da Ce<strong>la</strong>no, ‘Signore di Carsoli’,<br />

figlio del Conte Berardo da Ce<strong>la</strong>no, e<strong>la</strong>rgisce all’Abbazia di Subiaco e,<br />

come tale, viene riportato nel ‘Regesto Sub<strong>la</strong>cense’.<br />

Terra di frontiera, tra lo Stato del<strong>la</strong> Chiesa e il Regno delle due Sicilie,<br />

Camerata rappresenta un buon posto dove rifugiarsi in caso di problemi<br />

con <strong>la</strong> giustizia dell’uno o dell’altro Stato. Le liti di confine tra i due<br />

Stati segnano a lungo <strong>la</strong> <strong>storia</strong> di questo territorio che, come non bastas-<br />

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