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Nei borghi antichi la storia è vita - Lazionauta

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crata e dedicata ai Santi protettori del paese, San Michele Arcangelo e<br />

San Pietro, <strong>è</strong> impreziosita da un affresco cinquecentesco che orna il presbiterio<br />

e da alcune tele del ‘600-’700. Una preziosa statua lignea del<br />

1300, raffigurante <strong>la</strong> Madonna con il bambino, di proprietà del<strong>la</strong> chiesa,<br />

per ragioni di sicurezza viene conservata in un luogo più sicuro ed esposta<br />

solo in occasioni partico<strong>la</strong>ri.<br />

Ruderi dell’acquedotto romano ‘Anio Novus’. In località Pantano, a<br />

ridosso del fiume Aniene sul<strong>la</strong> strada delle Roce, si trovano i resti<br />

dell’Acquedotto ‘Anio Novus’ (Aniene Nuovo). Iniziato da Caligo<strong>la</strong> nel<br />

38 e terminato da C<strong>la</strong>udio nel 52, captava le acque nell’alta valle<br />

dell’Aniene, da cui il nome, al quale <strong>è</strong> aggiunto l’aggettivo ‘novus’ per<br />

distinguerlo dall’altro acquedotto Anio, il ‘Vetus’ di circa 3 secoli più<br />

antico.<br />

Il perimetro del<strong>la</strong> Rocca Benedettina, segue e racchiude <strong>la</strong> sommità<br />

del colle lungo le cui pendici si dipana il Saracinesco secondo le regole<br />

che caratterizzano l’incastel<strong>la</strong>mento medievale. Una gigantesca meridiana<br />

con <strong>la</strong> scritta ‘Carpe diem’ orna lo sperone di contenimento del<strong>la</strong><br />

Rocca al<strong>la</strong> cui base si trova un’altra singo<strong>la</strong>re meridiana realizzata nel<br />

tondo di una fontanel<strong>la</strong> che fa da quadrante segnando le ore scolpite sul<br />

fondo.<br />

Il Museo del Tempo <strong>è</strong> una delle cose più originali da vedere a<br />

Saracinesco. Un museo all’aperto, dove ogni piazza rappresenta una sa<strong>la</strong>,<br />

ogni muro un espositore, ogni opera un unicum. Le macchine del<br />

tempo, gli orologi so<strong>la</strong>ri, qui hanno trovato il loro tempio e <strong>la</strong> gnomonica<br />

in generale, <strong>la</strong> sua massima espressione. Si va dal Globo di Matelica<br />

al<strong>la</strong> Meridiana Analemmatica, dall’Orologio so<strong>la</strong>re equatoriale a quello<br />

pastorale, poi meridiane orizzontali, verticali, a quadro declinante fino<br />

all’orologio so<strong>la</strong>re di Lambert. Andiamo con ordine partendo dal<strong>la</strong> piazza<br />

non a caso intito<strong>la</strong>ta a Galileo Ferraris. A circa metà di Via Costasole<br />

troviamo l’Orologio so<strong>la</strong>re equatoriale, dove il sole illumina <strong>la</strong> parte<br />

superiore, dall’equinozio di primavera a quello d’autunno, e <strong>la</strong> parte inferiore<br />

nel restante periodo dell’anno. Continuando a salire si giunge al<strong>la</strong><br />

piazza principale del paese sul<strong>la</strong> quale si affacciano il Municipio e <strong>la</strong><br />

chiesa di San Michele Arcangelo e dove trova posto una riproduzione<br />

dell’orologio del pastore (inventato dal monaco tedesco Hermann<br />

Reichenau), così chiamato perché, in forma portatile, era utilizzato dai

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