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Nei borghi antichi la storia è vita - Lazionauta

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26<br />

Novo.<br />

A Rocca Canterano <strong>la</strong> <strong>storia</strong> documentabile comincia poco dopo l’anno<br />

mille ed <strong>è</strong> legata all’abate francese Uberto di Subiaco, il quale ordina qui<br />

<strong>la</strong> costruzione di una fortificazione per contrastare Landone di Civitel<strong>la</strong>,<br />

un tiranno, forse campano, scomunicato con Ildemondo dal papa nel<br />

1081. Uno dei centri storici più pregevoli fra questi monti coperti interamente<br />

da boschi di lecci, di roverelle, più in basso di castagni e soprattutto<br />

dal carpino nero. Nel<strong>la</strong> fauna entrano anche cervi e caprioli, mentre<br />

in cielo si alzano il nibbio bruno, <strong>la</strong> poiana, il gheppio e lo sparviero.<br />

Siamo al più alto fra i Comuni di quest’area così verde e montagnosa:<br />

Cervara infatti sta a 1100 metri di altitudine ed <strong>è</strong> avvolto nel più completo<br />

silenzio perché le sue stradine tutte a scalette sono così erte che<br />

nessun mezzo motorizzato può inerpicarvisi. Anch’esso, come Anticoli<br />

Corrado, ha avuto ospiti importanti, come il poeta spagnolo Raphael<br />

Alberti esule dal<strong>la</strong> natia Spagna durante il franchismo. Il primo documento<br />

riguardante questo abitato singo<strong>la</strong>re <strong>è</strong> datato 21 agosto 883 ed <strong>è</strong><br />

l’atto di donazione del “mons qui vocatur Cervarius” all’Abbazia, allora<br />

dominante, di Subiaco. Il centro storico <strong>è</strong> caratterizzato dal<strong>la</strong> Scalinata<br />

degli Artisti, una delle tante che salgono verso l’alto. Cervara si apre sul<br />

Parco regionale dei Simbruini, trentami<strong>la</strong> ettari al confine fra Lazio e<br />

Abruzzo. Dove ricompare anche il lupo e qualche volta l’orso marsicano.<br />

Altro paese benedettino <strong>è</strong> <strong>la</strong> vicina Arsoli <strong>la</strong> cui <strong>storia</strong> comincia con un<br />

convento fortificato dell’Ordine benedettino, che diventa quindi castello<br />

dei Passamonti, degli Zambeccari e poi dei romani principi Massimo.<br />

Oggi ha il nome di Castello Massimo con alcune sale affrescate dai<br />

fratelli Zuccari. Anche l’ambiente e il paesaggio circostante sono<br />

davvero belli, con boschi e selve che si alternano a radure, coltivazioni e<br />

pascoli. La catena dei Simbruini inizia tra Arsoli ed Orico<strong>la</strong>, sullo spartiacque<br />

tra <strong>la</strong> valle dell'Aniene ed il <strong>la</strong>go del Turano.<br />

Principali vette, i Monti Calvo (1591 metri) che domina i campi carsici<br />

del Livata e di Campaegli, Autore (1855 metri) e poi, al di là del<strong>la</strong> profonda<br />

incisione del<strong>la</strong> valle del Simbrivio che sale da Vallepietra al<br />

Santuario del<strong>la</strong> SS.Trinità, le maggiori elevazioni dei Monti Tarino (1961<br />

m), Cotento (2014 m) che domina Campo Staffi e Viperel<strong>la</strong> (1836 m).<br />

In pieno Parco regionale dei Simbruini (dal <strong>la</strong>tino Sub Imbribus, sotto<br />

le piogge) costituito con grande fatica nel 1997 fra forti polemiche, zona<br />

anche carsica, pochissimo popo<strong>la</strong>ta dove si sono girati tanti “Western<br />

all’italiana”, sorge Camerata Nuova paese del tutto nuovo costruito a

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