Nei borghi antichi la storia è vita - Lazionauta
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La <strong>storia</strong><br />
La leggenda vuole che Carpineto debba il nome a Carpeto Silvio,<br />
discendente di Enea, e fondatore del paese nel 923 avanti Cristo. Più<br />
avvedute e caute ricerche attribuiscono il toponimo al<strong>la</strong> folta presenza<br />
dei Carpini nei fitti boschi locali, lungo le pendici dei Monti Lepini. Non<br />
a caso il centro abitato sorge all’estremità di una montagno<strong>la</strong> chiamata<br />
‘La Foresta’. Su questo monte carsico dalle modeste dimensioni, ma che<br />
geologicamente va considerato un gigante, si aprono numerose caverne<br />
che qui chiamano ‘Ousi’, dove soggiornano i primi ‘carpinetani’ dell’Età<br />
del<strong>la</strong> pietra, parenti stretti dell’Uomo del Circeo che vive in una caverna<br />
con vista mare distante da qui, in linea d’aria, una quarantina di chilometri.<br />
Quegli <strong>antichi</strong> progenitori <strong>la</strong>sciano testimonianze sotto forma di<br />
raschiatoi, amigdale, <strong>la</strong>me litiche e altre preistoriche ‘suppellettili’.<br />
La <strong>storia</strong> di Carpineto, quel<strong>la</strong> più ‘vicina’ testimoniata dai ruderi ma non<br />
scritta, risale al<strong>la</strong> colonia romana che, poco prima del dissolvimento<br />
dell’Impero, intorno al IV secolo dopo Cristo, abita queste zone <strong>la</strong>sciando<br />
segni ben più corposi e databili dei cavernicoli abitatori degli ‘Ousi’.<br />
Poi arrivano i barbari che con le loro invasioni contribuiscono al consolidamento<br />
del borgo murato, primo nucleo abitativo di Carpineto. La<br />
<strong>storia</strong> documentata da scritture inoppugnabili, ci dice che nel 1077 il<br />
paese <strong>è</strong> di proprietà di un certo ‘Raynerius, anagnino’, che rega<strong>la</strong> al<br />
monastero di Vil<strong>la</strong>magna (già residenza romana di imperatori), ‘il castello<br />
di Karpineta’: il documento porta <strong>la</strong> data ‘12 delle calende di settembre’,<br />
ovvero 21 agosto del 1077. Più in <strong>la</strong> nel tempo, nel 1299 una Bol<strong>la</strong><br />
di Bonifacio VIII indica Carpineto come bene del<strong>la</strong> basilica di San<br />
Giovanni in Laterano. Bene basilicale che poi si appresta a girare al nipote<br />
Pietro Caetani, suscitando le ire dei Conti Annibaldeschi di Ceccano<br />
e dei Colonna.<br />
Al<strong>la</strong> morte del pontefice reso famoso dallo ‘schiaffo di Anagni’,<br />
Carpineto conosce continui passaggi di mano passando dalle signorie di<br />
Anagni a quelle di Segni. A farne le spese, come sempre, i carpinetani.<br />
Di contro, da tutti questi passaggi di mano, il paese, sotto il profilo<br />
architettonico, comincia a crescere. Non si tratta più, o non soltanto, di<br />
edilizia di difesa o da incastel<strong>la</strong>mento, ma case e pa<strong>la</strong>zzi dalle forme di<br />
più compiuta rinascenza. Gli anni del 1500 si dimostrano più prodighi<br />
di quelli che li hanno preceduti. Nascono gli Statuti Comunitari; i<br />
Colonna e gli Orsini si disputano il territorio ma, come terzi, arrivano<br />
gli Aldobrandini che, con Donna Olimpia, danno corpo al Ducato<br />
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