Nei borghi antichi la storia è vita - Lazionauta
Nei borghi antichi la storia è vita - Lazionauta
Nei borghi antichi la storia è vita - Lazionauta
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
208<br />
che nel 418 avanti Cristo assaltano e distruggono l’antica Labico, una<br />
delle trenta città del<strong>la</strong> Federazione Latina. I superstiti dell’impari lotta<br />
danno <strong>vita</strong>, più a valle, ad un nuovo ‘castrum’ che accoglie anche coloni<br />
romani di insediamenti vicini. Da allora <strong>la</strong> <strong>storia</strong> del borgo che diventerà<br />
Monte Compatri, viaggia seguendo le sorti di quel<strong>la</strong> di Roma: <strong>vita</strong><br />
opulenta nel periodo Repubblicano, grama nel successivo periodo<br />
segnato dalle guerre sociali e dallo scasso tra Mario e Sil<strong>la</strong>, nuovamente<br />
ricca con l’avvento del Cristianesimo e per tutto il periodo che porta al<br />
declino dell’Impero Romano, sul finire del 400 dopo Cristo. Al dissolvimento<br />
del<strong>la</strong> Roma imperiale, allo sbandamento generale, all’assenza di<br />
un’organizzazione pubblica, si aggiungono le invasioni barbariche facilitate<br />
dalle tante strade che portano a Roma, una di queste, <strong>la</strong> Labicana,<br />
<strong>è</strong> partico<strong>la</strong>rmente battuta con effetti devastanti per i centri che attraversa.<br />
Monte Compatri non fa eccezione e, dopo i barbari, conosce anche<br />
<strong>la</strong> ferocia dei saraceni che, nel IX secolo, <strong>la</strong> radono al suolo facendo<br />
scempio degli abitanti.<br />
Gli scampati alle scimitarre degli infedeli, risalgono il colle abbandonato<br />
dai lontani avi dopo <strong>la</strong> sconfitta subita per mano del dittatore Quinto<br />
Servilio Prisco nel 418 a.C. e, secondo le esigenze di quei tempi, danno<br />
<strong>vita</strong> ad un borgo murato meglio difendibile di quello a valle, spazzato via<br />
dall’incursione saracena. Il primo documento che par<strong>la</strong> del ‘Castrum<br />
Montis Compatris’ risale al 1090, quando un passo delle ‘Chronicon<br />
Sub<strong>la</strong>cense’ stabilisce che i feudi di Rocca Priora, Monte Porzio e<br />
Mo<strong>la</strong>ra vengono concessi in dote da Agapito I dei Conti di Tuscolo al<br />
marito del<strong>la</strong> prima figlia, Anibaldo Anibaldi; mentre al marito del<strong>la</strong><br />
seconda figlia, Oddone Frangipane, vengono assegnati i feudi di Marino,<br />
Rocca di Papa e una porzione di Monte Compatri. Secondo alcuni storici<br />
l’inserimento nel Chronicon Sub<strong>la</strong>cense sarebbe frutto di un falso<br />
storico, un tardivo inserto risalente al 7 febbraio 1252, per giustificare<br />
diritti di censo in occasione del<strong>la</strong> divisione dei beni tra i Frangipane e i<br />
Colonna. Sta di fatto che, nel 1090 un centro abitato riferibile a Monte<br />
Compatri esiste già ed appartiene ai Conti del Tuscolo.<br />
Un lodo di Bonifacio VIII, datato 2 maggio 1296, stabilisce <strong>la</strong> divisione<br />
dei beni fra ‘Ricardo del fu Mattia di Anibaldo e Bartolomea, vedova di<br />
Pietro d’Anibaldo, tutrice del figlio Nico<strong>la</strong>…’ il lodo papale menziona<br />
Monte Compatri tra i beni di ‘Anibaldo, avo di Ricardo sopra menzionato’<br />
insieme a Castel Gerusalemme e Monte Frenello, tra Frascati e<br />
Grottaferrata il primo, tra Grottaferrata e Marino il secondo. il ‘Ricardo<br />
Anibaldo’ citato nel<strong>la</strong> Bol<strong>la</strong> <strong>è</strong> lo stesso che Co<strong>la</strong> di Rienzo mette al