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Nei borghi antichi la storia è vita - Lazionauta

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La <strong>storia</strong><br />

Prima di Roma e ancor prima degli Etruschi, il territorio di Allumiere<br />

(e dei monti del<strong>la</strong> Tolfa in generale), <strong>è</strong> frequentato da abili cacciatori<br />

e pazienti cercatori di tuberi e bacche. Testimonianze in tal senso ci<br />

vengono da piccoli insediamenti preistorici (databili intorno ai 2000<br />

anni a.C.) che restituiscono utensili in pietra e reperti dell’Età del bronzo<br />

legati al<strong>la</strong> cultura Protovil<strong>la</strong>noviana. La presenza degli Etruschi, invece,<br />

<strong>è</strong> comprovata dalle necropoli di Colle di Mezzo e di Bandita Grande,<br />

risalenti tra il VII e il IV secolo a.C. Il periodo romano, da parte sua, <strong>è</strong><br />

certificato dai resti di ville rustiche che ci par<strong>la</strong>no di un’economia basata<br />

prevalentemente sull’agricoltura.<br />

Il lento dissolvimento dell’impero romano, le ca<strong>la</strong>te dei barbari, ma<br />

ancor di più le incursioni saracene, segnano gli anni che precedono <strong>la</strong><br />

fine del primo millennio. Le incursioni, i lutti causati dalle razzie, l’assenza<br />

di regole e certezze, in quegli anni di confusi ideali, ri<strong>la</strong>nciano gli anacoreti,<br />

gli eremi e, a seguire, un diffuso monachesimo accompagnato da<br />

una febbrile attività edilizia a carattere religioso. Da alcune fonti del<br />

1157 si apprende del<strong>la</strong> presenza del Beato Agostino nel santuario del<strong>la</strong><br />

Trinità di Allumiere e nell’oratorio del<strong>la</strong> Madonna delle Grazie, dal quale<br />

proviene l’affresco di Sant’Agostino conservato nel Museo Civico e<br />

un’antica <strong>la</strong>pide in caratteri gotici che si credeva fosse andata distrutta<br />

durante i bombardamenti di Ci<strong>vita</strong>vecchia. Una descrizione di questa<br />

<strong>la</strong>pide si deve al vescovo Pa<strong>la</strong>zzi di Corneto (l’attuale Tarquinia), il quale,<br />

nel 1667, par<strong>la</strong> dell’epigrafe posta dagli agostiniani all’esterno dell’oratorio,<br />

vicino all’acquasantiera, che inizia così: ‘Vetustissimum Monachorum<br />

Eremitarum Coenobium…’. Recentemente da un deposito del<strong>la</strong> chiesa<br />

matrice Santa Maria di Ci<strong>vita</strong>vecchia, tra i marmi salvati dalle devastazioni<br />

belliche, <strong>è</strong> rispuntata l’epigrafe parzialmente citata dal vescovo<br />

Pa<strong>la</strong>zzi. L’iscrizione tradotta dal <strong>la</strong>tino certifica: ‘ E’ esistito qui un <strong>antichi</strong>ssimo<br />

cenobio di monaci eremiti, che ebbe il nome dal<strong>la</strong> vicina città di Centocelle e dal<br />

vicino santuario di Santa Severel<strong>la</strong>, nel quale il Beato Agostino prima di far ritorno<br />

in Africa dimorò qualche tempo con quei servi di Dio e ai quali tracciò quelle<br />

norme di <strong>vita</strong> in comune che vanno sotto il nome di Seconda Rego<strong>la</strong>’. Dunque il<br />

Beato Agostino, stando a quanto riportato dal<strong>la</strong> <strong>la</strong>pide, proprio qui nel<br />

territorio di Allumiere, detta e prescrive <strong>la</strong> Seconda Rego<strong>la</strong> degli<br />

Agostiniani. L’opera dei monaci riporta ordine e, a livello storico, offre<br />

riscontri: <strong>la</strong> <strong>la</strong>pide agostiniana certifica <strong>la</strong> vetustà del sacello-santuario di<br />

Santa Severel<strong>la</strong> che <strong>è</strong> una delle prime chiese riutilizzate nell’impresa del-<br />

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