02.06.2013 Views

Nei borghi antichi la storia è vita - Lazionauta

Nei borghi antichi la storia è vita - Lazionauta

Nei borghi antichi la storia è vita - Lazionauta

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

estante parte sempre allo steso monastero che così diventa proprietario<br />

unico del tenimento e, come tale, decide di dividere Gorga in due<br />

‘Decarcie’ (gli attuali quartieri), superiore e inferiore, mettendo a capo<br />

di ciascuna un Comestabile, che garantisce il patto di Vassal<strong>la</strong>ggio firmato<br />

contestualmente dal<strong>la</strong> comunità nel<strong>la</strong> chiesa di San Michele<br />

Arcangelo. La divisione corrisponderebbe agli attuali ‘Portabballe’ e<br />

‘Portammonte’.<br />

Nel corso del 1398, i gorgani, stanchi dei soprusi di Vil<strong>la</strong>magna, assaltano<br />

l’abitato dell’odiato comune, lo radono al suolo e si dichiarano finalmente<br />

indipendenti. La Reverenda Camera Apostolica interviene rivendicando<br />

<strong>la</strong> proprietà del feudo dato in gestione ai Benedettini di<br />

Subiaco. La stessa Camera Apostolica cede il feudo al<strong>la</strong> famiglia dei marchesi<br />

Conti che lo detengono fino al 1638 quando, morto senza figli il<br />

marchese Baldassarre Conti, il duca Camillo Conti, vantando il diritto di<br />

parente più prossimo s’impossessa del feudo suscitando <strong>la</strong> reazione<br />

del<strong>la</strong> contessa Cornelia Theodoli di Marsciano e del<strong>la</strong> monaca Cleria<br />

Conti dei marchesi di Gorga, <strong>la</strong> prima nonna paterna e <strong>la</strong> seconda sorel<strong>la</strong><br />

di Baldassarre, che impugnando l’atto ritenuto arbitrario danno il via<br />

ad una causa di fronte al Tribunale Apostolico, che dura dieci anni. Nel<br />

1648 <strong>la</strong> marchesa di Marsciano vince <strong>la</strong> causa, entra in possesso di<br />

Gorga e <strong>la</strong> dona al figlio Marc’Antonio.<br />

Il nuovo feudatario si dimostra subito per quello che <strong>è</strong>, un arrogante<br />

‘mercante di campagna’ che, acquisiti i balzelli già esistenti (compreso<br />

quello che prevede il pagamento in natura di una gallina ogni cinque abitanti,<br />

o fuoco), assume in prima persona <strong>la</strong> gestione del ‘Monte frumentario’,<br />

istituzione fondamentale per i ‘mercanti di campagna’ che prevede<br />

il prestito del grano da semina con l’obbligo di restituire, al momento<br />

del raccolto, il doppio del grano preso in prestito (per ogni sacco di<br />

grano da seme, due di nuovo raccolto). La gestione diretta del Monte<br />

frumentario diventa un mezzo per l’esercizio del potere assoluto, a limite<br />

del<strong>la</strong> <strong>vita</strong> e del<strong>la</strong> morte, decidendo a chi dare il seme e a chi negarlo.<br />

Di questo potere fa <strong>la</strong>rgo uso il marchese di Marsciano e le proteste dei<br />

gorgani si trovano in varie suppliche nelle quali accusano il feudatario di<br />

‘prestare il grano a chi gli pare’. Nonostante i tanti balzelli e l’uso fazioso del<br />

Monte frumentario, il marchese Marc’Antonio si copre di debiti a tal<br />

punto che <strong>la</strong> Reverenda Camera Apostolica, per rientrare dei fondi dati<br />

in garanzia, nel 1659 requisisce il feudo e lo mette nuovamente in vendita.<br />

I nuovi feudatari sono i Pamphilj, già proprietari di Valmontone e<br />

di altri paesi dell’agro circostante.<br />

165

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!