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Nei borghi antichi la storia è vita - Lazionauta

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in rame ed ottone, appartenuta a Paolina Borghese, sorel<strong>la</strong> di Napoleone<br />

Bonaparte, moglie di Camillo Borghese, che posa per <strong>la</strong> celebre statua<br />

del Canova conservata al Museo di Valle Giulia a Roma. Si dice che <strong>la</strong><br />

bel<strong>la</strong> e chiacchierata Paolina s’immerga in questa vasca piena di <strong>la</strong>tte<br />

d’asina per lunghi bagni di bellezza. Il soffitto del<strong>la</strong> galleria, <strong>è</strong> affrescato<br />

a grottesche simili a quelli presenti al<strong>la</strong> Domus Aurea.<br />

Mura ciclopiche. Nel<strong>la</strong> zona conosciuta come Piano del<strong>la</strong> Ci<strong>vita</strong>, si<br />

trovano i resti delle mura ciclopiche del<strong>la</strong> città preromana. Le antiche<br />

fortificazioni risalgono al<strong>la</strong> metà del VII sec. a.C. e si sviluppano continuamente<br />

fino IV - III sec. a.C. nel corso dei quali il centro <strong>è</strong> sottoposto<br />

ad una grande pianificazione romana, testimoniata dai reperti portati<br />

al<strong>la</strong> luce dagli scavi archeologici negli ultimi anni. Le mura devono<br />

garantire il controllo e <strong>la</strong> difesa di questa postazione strategica all’imbocco<br />

del<strong>la</strong> valle del Sacco, di fondamentale importanza per l’espansione<br />

romana verso il sud del paese.<br />

Chiesa di Santa Maria delle Letizie. Non si hanno notizie certe sull’anno<br />

di costruzione di questo Santuario ma, secondo alcuni storici<br />

locali, <strong>la</strong> sua fondazione risale al tempo delle invasioni barbariche. Tra<br />

gli anni 600 e 800, prima del fatidico Anno Mille. Verso <strong>la</strong> fine del diciassettesimo<br />

secolo ospita <strong>la</strong> statua del<strong>la</strong> Madonna delle Grazie, icona sacra<br />

al<strong>la</strong> quale il popolo di Artena <strong>è</strong> fortemente devoto e da allora, ogni anno,<br />

si tiene una processione in onore di questa Sacra effige.<br />

Chiesa di Santa Croce. Ricostruita nel 1659 su una preesistente chiesa<br />

del<strong>la</strong> quale non si hanno notizie certe sull’origine, <strong>la</strong> costruzione in<br />

stile barocco si deve all’architetto Domenico Terzago su incarico del<br />

Principe Giovan Battista Borghese. La chiesa, oltre all’altare maggiore,<br />

conta sei cappelle. La possente facciata con tre portali <strong>è</strong> incorniciata ai<br />

<strong>la</strong>ti da due campanili a torre. Le due porte <strong>la</strong>terali sono sormontate da<br />

due riquadri di marmi cosmateschi recuperati dal<strong>la</strong> vecchia chiesa e<br />

genialmente sistemate sul<strong>la</strong> facciata dallo steso Terzago. Al suo interno<br />

un’Annunciazione di Paolo Giovanni di Loreto, una Maddalena di<br />

Filippo Luzzi, una copia su rame del quadro del Salvatore e del<strong>la</strong><br />

Vergine Assunta, di Giro<strong>la</strong>mo Siciliante di Sermoneta e un bell’affresco<br />

recentemente riportato al<strong>la</strong> luce, raffigurante l’Ultima Cena.<br />

Chiesa di Santo Stefano Protomartire. Situata nel bel mezzo di

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