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Nei borghi antichi la storia è vita - Lazionauta

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Neri e Paolo Massimo nel momento del famoso miracolo. Tra le altre<br />

opere presenti al suo interno meritano un cenno <strong>la</strong> te<strong>la</strong> del<strong>la</strong> Cappel<strong>la</strong> di<br />

San Pietro, raffigurante l’apostolo; <strong>la</strong> monumentale macchina processionale<br />

contenente l’immagine del<strong>la</strong> Madonna di Guadalupe, compatrona<br />

di Arsoli; il Pulpito ligneo settecentesco con lo stemma dei Massimo;<br />

l’altra macchina processionale con <strong>la</strong> statua di Sant’Antonio Abate; e,<br />

infine, <strong>la</strong> te<strong>la</strong> raffigurante <strong>la</strong> ‘Madonna del Rosario’ nell’omonima<br />

Cappel<strong>la</strong>. A sinistra del<strong>la</strong> chiesa, murata sul<strong>la</strong> parete del<strong>la</strong> vecchia canonica,<br />

una <strong>la</strong>pide fatta apporre da Fabrizio Massimo nel 1660, ricorda <strong>la</strong><br />

terribile peste di quattro anni prima che ad Arsoli fece un’ecatombe: dei<br />

900 abitanti se ne salvarono soltanto 145.<br />

La chiesa di San Bartolomeo annessa all’omonimo convento, risale al<br />

1574 ma, nel corso dei secoli ha conosciuto diversi restauri, alcuni radicali,<br />

come quello deciso e finanziato dal francescano Giuseppe Aymon<br />

che l’appesantisce con fregi barocchi. Nell’altare maggiore il Martirio di<br />

San Bartolomeo, opera del pittore romano Vincenzo Milione, datata<br />

1774; <strong>la</strong> pa<strong>la</strong> <strong>è</strong> sovrastata da un medaglione di più antica fattura. Molto<br />

bel<strong>la</strong> <strong>la</strong> te<strong>la</strong> del Morani (1929) raffigurante San Francesco. Sopra l’ingresso<br />

del<strong>la</strong> chiesa, un vecchio organo a canne.<br />

Il Pa<strong>la</strong>zzo Comunale, ex convento di San Bartolomeo, fa corpo unico<br />

con l’omonima chiesa. Ristrutturato più volte nel corso dei secoli, conserva<br />

in quel<strong>la</strong> che per anni <strong>è</strong> stata l’au<strong>la</strong> consiliare un dipinto di<br />

Alessandro Morani del 1912, ‘Incipit <strong>vita</strong> nova’ e un sipario di<br />

Frununangeli del 1910. Recentemente l’au<strong>la</strong> <strong>è</strong> stata ripristinata a teatro e<br />

<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> Consiliare <strong>è</strong> stata trasferita al piano superiore.<br />

La chiesa di San Lorenzo, in cima a Borgo San Rocco (oggi in restauro),<br />

per <strong>la</strong> sua vastità <strong>è</strong> proposta dal Vescovo di Tivoli come Parrocchiale<br />

ma al<strong>la</strong> fine non se ne fece nul<strong>la</strong>. In questa chiesa avvenne <strong>la</strong> famosa riunione<br />

nel corso del<strong>la</strong> quale <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione di Arsoli scelse Carlo Belli<br />

come proprio delegato per <strong>la</strong> stesura dello Statuto di Arsoli. Sul<strong>la</strong> te<strong>la</strong><br />

d’altare il Martirio di San Lorenzo. Gli attuali restauri hanno riportato<br />

al<strong>la</strong> luce interessanti affreschi.<br />

La Cappel<strong>la</strong> di San Rocco, piccolo ma importante scrigno d’arte<br />

situato nell’omonimo Borgo, conserva un ciclo di affreschi di un ignoto<br />

pittore sub<strong>la</strong>cense vissuto tra il quattro e il cinquecento chiamato,

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