Nei borghi antichi la storia è vita - Lazionauta
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Santa Maria Assunta. La ‘Gens Vetilia’, i discendenti del governatore<br />
Caio Vitilio, conquistatore dell’odierno Portogallo, come ricorda il<br />
Canonico Jannuccelli nel suo ‘Memorie di Subiaco e sua Badia’, si sono<br />
stabiliti in zona e, molto probabilmente, Caius Nico e <strong>la</strong> moglie Flora<br />
gestiscono <strong>la</strong> vil<strong>la</strong> del<strong>la</strong> famiglia Vetilia.<br />
La <strong>storia</strong> scritta di Rocca Canterano inizia, però, soltanto nel 1084 quando<br />
l’abate di Subiaco ordina <strong>la</strong> costruzione di una fortezza ‘per opporre<br />
resistenza a Landone, tiranno di Bellegra e Cerreto’. Per cinquecento anni <strong>la</strong><br />
‘Fortezza’ di Rocca Canterano fa <strong>la</strong> sua parte e caratterizza in maniera<br />
inequivocabile l’incastel<strong>la</strong>mento.<br />
Da questa Rocca, tanto per cominciare, parte un nuovo ‘ratto delle sabine’.<br />
I soldati-contadini di Rocca Canterano, a corto di donne, decidono<br />
di attaccare Canterano e Cerreto portandosi via un consistente numero<br />
di ragazze con le quali dar <strong>vita</strong> al<strong>la</strong> nuova comunità. Ovviamente il ratto<br />
poteva avere strascichi e rinfoco<strong>la</strong>re campanilistiche vendette. Per e<strong>vita</strong>re<br />
guai maggiori, una volta calmate le acque, i ‘rapitori’ propongono una<br />
riconciliazione istituendo un luculliano banchetto a favore delle famiglie<br />
danneggiate dal ratto. Da allora, ogni anno, ancora oggi a Rocca<br />
Canterano <strong>è</strong> offerto agli ospiti ‘il Pranzo del<strong>la</strong> riconciliazione’. In realtà,<br />
da circa cento anni, il pranzo <strong>è</strong> diventato un rinfresco offerto da privati<br />
cittadini e dal Comune: dolcetti, pasticcini e vino a volontà. La tradizione<br />
<strong>è</strong> salva.<br />
Per restare nel campo delle tradizioni una su tutte, probabilmente legata<br />
anche questa al ratto, spicca per originalità: <strong>la</strong> ‘Festa dei cornuti’. Il<br />
pittoresco corteo e l’elezione del ‘cornuto dell’anno’, ha luogo <strong>la</strong> prima<br />
domenica dopo l’11 novembre festa di San Martino, non a caso protettore<br />
dei cornuti. Il clou del<strong>la</strong> festa <strong>è</strong> rappresentato dal Corteo burlesco<br />
che attraversa il paese portando a spal<strong>la</strong>, in trono, il ‘cornuto dell’anno’;<br />
il corteo <strong>è</strong> aperto dal poeta-cantore che, a cavallo di una somarel<strong>la</strong>,<br />
dec<strong>la</strong>ma versi e canta stornelli rivolti ai personaggi del paese che più di<br />
altri hanno meritato <strong>la</strong> sua attenzione. A corol<strong>la</strong>rio del<strong>la</strong> festa, gruppi di<br />
giovani ornano di nastri e corna le porte delle abitazioni più ‘chiacchierate’<br />
del paese. Una gogna al<strong>la</strong> quale, con molto garbo e civile sopportazione,<br />
si prestano i ‘tito<strong>la</strong>ti’ ai quali <strong>la</strong> festa <strong>è</strong> dedicata.<br />
Tornando al<strong>la</strong> <strong>storia</strong> che ha segnato Rocca Canterano, una data importante<br />
<strong>è</strong> quel<strong>la</strong> del 7 settembre 1809 quando l’esercito napoleonico in<br />
cerca di carne da cannone, <strong>la</strong>ncia una coscrizione per rimpolpare le fi<strong>la</strong><br />
dei fanti da inviare come rinforzi al<strong>la</strong> disastrosa campagna di Russia.<br />
Molti giovani roccatani sono chiamati dal banditore e si apprestano a