Nei borghi antichi la storia è vita - Lazionauta
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in versione giovanile, senza barba. Poi una te<strong>la</strong> del<strong>la</strong> Madonna del<br />
Rosario, l’altare del Cristo Morto e, in alto, una tribuna nobiliare gemel<strong>la</strong><br />
di quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> parete opposta. L’altare maggiore ospita, murato a vista,<br />
il reliquiario con i resti del<strong>la</strong> Beata Margherita Colonna e, come pa<strong>la</strong> d’altare,<br />
una bel<strong>la</strong> te<strong>la</strong> raffigurante San Pietro e gli Apostoli, opera di<br />
Giacinto Gemignani. Tornando all’inizio del<strong>la</strong> navata, si notano due<br />
cippi di spoglio, romani, riadattati ad acquasantiera. Nel<strong>la</strong> parete sinistra,<br />
sempre partendo dall’entrata, si trovano, una bel<strong>la</strong> statua marmorea di<br />
San Pietro, di allievi del Bernini (il panneggio, in partico<strong>la</strong>re, sarebbe<br />
opera di Paolo Tenaglia), <strong>la</strong> Cappel<strong>la</strong> del Salvatore con una bellissima<br />
tavo<strong>la</strong>, racchiusa in un tabernacolo ligneo settecentesco, dipinta sui due<br />
<strong>la</strong>ti: su un <strong>la</strong>to il Salvatore, sull’altro l’Immaco<strong>la</strong>ta. Segue un bel pulpito<br />
antico sul quale spiccava un crocefisso in legno del ‘300 (ora conservato<br />
in un posto più sicuro); infine l’altare che ospita le spoglie di un martire<br />
cristiano, un soldato elegantemente vestito in broccato d’oro e<br />
armato di spadino, al quale fu dato il nome di Clemente. Inizialmente i<br />
resti si trovavano sotto l’altare maggiore. Chiude in alto l’altra tribuna<br />
nobiliare. Sul<strong>la</strong> volta a Botte uno splendido affresco di P<strong>la</strong>cido Costanzi<br />
raffigura San Pietro che predica il Vangelo e ricaccia, quasi fuori dal<br />
dipinto, <strong>la</strong> Dea Fortuna Primigenia. In sacrestia una bel<strong>la</strong> te<strong>la</strong> seicentesca<br />
dedicata al<strong>la</strong> Madonna del Rosario.<br />
Chiesa di Santa Maria del Montirolo. Costruita sul<strong>la</strong> via del<br />
Montirolo, appena fuori del paese, <strong>la</strong> chiesina ha un piccolo campanile<br />
a ve<strong>la</strong>. Notizie certe par<strong>la</strong>no di una datazione settecentesca ma, restaurata<br />
di recente, presenta un piccolo affresco seicentesco che fa pensare<br />
ad una datazione più lontana.<br />
Rocca dei Colonna. Insieme al<strong>la</strong> chiesa di San Pietro, il castello dei<br />
Colonna rappresenta il ‘clou’ delle emergenze architettoniche di Castel<br />
San Pietro romano. D’altra parte il nome del paese <strong>la</strong> dice lunga: Castel<br />
San Pietro. Il ‘Romano’ <strong>è</strong> una tarda aggiunta da unità d’Italia. La prima<br />
fortificazione <strong>è</strong> databile poco prima dell’Anno Mille. Più compiute<br />
forme le assume tra il 1100 e il 1200 quando, con i Colonna, diventa un<br />
vero castello. Dopo le tante devastazioni, l’ultima ricostruzione risale al<br />
1482, data certificata dall’iscrizione che ancora oggi si trova sul<strong>la</strong> torretta<br />
del ponte che unisce il castello all’abitato: ‘Magnificus dominus<br />
Stephanus Columna raedificat ci<strong>vita</strong>tem cum monte et arce<br />
MCDLXXXII’. Eccellente l’attuale restauro.