Nei borghi antichi la storia è vita - Lazionauta
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comando delle milizie romane nel<strong>la</strong> guerra contro i Colonna di<br />
Palestrina. Nel 1423, a seguito di una permuta Ricardo Anibaldo cede ai<br />
Colonna i diritti su Monte Compatri dove, per marcare <strong>la</strong> loro presenza,<br />
i Colonna si affrettano a costruire un castello. Gli anni a seguire sono<br />
caratterizzati da continui passaggi di mano: nel 1431, Jacopo Caldora,<br />
condottiero abruzzese, Signore di Popoli e Pacentro, lo strappa ai<br />
Colonna. Ma non finisce qui; tre papi, nell’arco di una cinquantina d’anni,<br />
si contendono il feudo: Eugenio IV nel 1433, Nicolò V nel 1448 lo<br />
restituisce ai Colonna, Sisto IV lo riconfisca e lo cede a Santo Spirito in<br />
Saxia. I Colonna ne tornano in possesso soltanto al<strong>la</strong> morte del papa,<br />
nel 1484.<br />
Una ventina di anni dopo, nel 1501, Alessandro VI, al secolo Rodrigo<br />
Borgia, assegna il feudo di Castel Madama al suo primogenito, Giovanni<br />
Borgia, fratello di Lucrezia e di Cesare Borgia, il sanguinario ‘Valentino’,<br />
fratricida, che lo pugna<strong>la</strong> a morte gettandone il corpo nel Tevere. Subito<br />
dopo, nel 1503, con <strong>la</strong> morte del papa Borgia, i Colonna si riprendono<br />
il feudo e, dal 1529 al 1575 lo tengono e lo perdono più volte fino a<br />
quando lo cedono, definitivamente per quanto li riguarda, al Cardinale<br />
Marco Sittico Altemps. Nel 1582 il feudo <strong>è</strong> assegnato da papa Pio IV al<br />
nipote Marco Altemps il quale, senza neppure prendere in considerazione<br />
il castello dei Colonna già abbondantemente manomesso, decide di<br />
costruire una residenza nobiliare poco distante dal Duomo. Gli Altemps<br />
rimangono feudatari fino al 29 novembre del 1613 quando, ‘con atto<br />
rogato dai notai del<strong>la</strong> Reverenda Camera Apostolica Sante Floridi e<br />
Luca de Carolis’, cedono <strong>la</strong> proprietà al Cardinale Scipione Borghese,<br />
nipote adottivo di papa Paolo V, grande mecenate e influente protettore<br />
del Bernini, che, in grande pompa, eleva a Principato Monte<br />
Compatri eleggendolo a sua dimora estiva in alternativa, qualche anno<br />
dopo, al nuovo pa<strong>la</strong>zzo di Artena. Con i Borghese come feudatari,<br />
Monte Compatri conosce due secoli di benessere, sviluppo e tranquillità.<br />
Durante <strong>la</strong> breve esperienza del<strong>la</strong> Repubblica Romana, Giuseppe<br />
Garibaldi (non poteva mancare), si reca a Monte Compatri ‘alloggiando’<br />
in una casa di suoi sostenitori nel<strong>la</strong> parte alta del paese da dove può control<strong>la</strong>re<br />
i movimenti di un drappello di soldati borbonici -come narrano<br />
le cronache- con i quali ha avuto un breve scontro a fuoco. Nel 1870,<br />
con <strong>la</strong> presa di Porta Pia e l’avvento dell’Italia unita, Monte Compatri<br />
diventa Comune autonomo. Primo sindaco ‘monticiano’ <strong>è</strong> Mario<br />
Mastrofini.<br />
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