Nei borghi antichi la storia è vita - Lazionauta
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al fuoco dello strumento principale consentirà di osservare oggetti con<br />
magnitudine limite di circa 20’. Ai tecnici <strong>la</strong> valutazione, a Rocca di Cave<br />
l’apprezzamento per questa qualificata ospitalità.<br />
Centro Studi Meteorologici ‘Edmondo Bernacca’. Voluto dal figlio<br />
del Colonnello (in realtà, Generale) reso famoso dalle quotidiane apparizioni<br />
dopo il Tg1 di prima sera, il centro ospita un osservatorio meteorologico<br />
e, come l’osservatorio astronomico, <strong>è</strong> frequentato da studiosi e<br />
studenti interessati al<strong>la</strong> materia.<br />
Chiesa di San Nico<strong>la</strong>. L’antica chiesa sorgeva accanto al<strong>la</strong> Rocca e<br />
faceva corpo unico con le abitazioni del borgo murato. Di quel<strong>la</strong> chiesa,<br />
diventata una casa privata, si conserva <strong>la</strong> guardio<strong>la</strong> pensile che fungeva<br />
da abside. L’attuale Chiesa di San Nico<strong>la</strong> <strong>è</strong> del 1752. Nel<strong>la</strong> sua<br />
unica navata, accoglie all’ingresso un fonte battesimale e, sul<strong>la</strong> parete<br />
destra, un primo altare dedicato a Sant’Antonio Abate, con tracce di<br />
policromi affreschi dell’originaria decorazione del<strong>la</strong> chiesa. A seguire<br />
l’altare del<strong>la</strong> Madonna Assunta in Cielo e, infine il terzo altare, dedicato<br />
al<strong>la</strong> Madonna del<strong>la</strong> Divina Provvidenza con un bel dipinto del<strong>la</strong><br />
Madonna col Bambino sulle cui teste sono state sistemate due coroncine<br />
di argento dorato. L’altare maggiore <strong>è</strong> sovrastato dal<strong>la</strong> te<strong>la</strong> d’altare,<br />
opera firmata e datata 1795 dal viterbese Domenico Corvi, rappresenta<br />
San Nico<strong>la</strong> di Bari che riceve <strong>la</strong> sto<strong>la</strong> dal<strong>la</strong> Vergine Maria. Il dipinto<br />
espressamente realizzato per Rocca di Cave presenta sullo sfondo una<br />
veduta settecentesca del paese. La parete sinistra contiene, accanto all’altare<br />
maggiore, l’altare di San Giuseppe, segue <strong>la</strong> cappel<strong>la</strong> funebre che<br />
accoglie <strong>la</strong> tomba di Monsignor Agapito Simeoni, Vescovo di Ariano<br />
Irpino e Lacedonia, nato a Rocca di Cave il 21 dicembre del 1914.<br />
L’ultimo altare, dedicato a Sant’Antonio da Padova, <strong>è</strong> del 1900. L’organo<br />
sistemato sul<strong>la</strong> parete di fondo <strong>è</strong> datato 1897.<br />
La chiesa di Sant’Egidio, patrono di Rocca di Cave, si trova a circa un<br />
chilometro a valle del paese, all’interno del cimitero, sul colle che domina<br />
<strong>la</strong> piana del Sacco. Secondo <strong>la</strong> tradizione sarebbe stata eretta nel<br />
luogo di un antico romitorio chiamato <strong>la</strong> ‘Grotta dei Santi’. L’epoca<br />
del<strong>la</strong> sua fondazione <strong>è</strong> incerta, ma <strong>la</strong> sua esistenza <strong>è</strong> certificata da due<br />
documenti, uno del 1295 l’altro del 1388. All’interno presenta due altari,<br />
il primo dedicato a Sant’Egidio Abate, con <strong>la</strong> statua del Santo e il<br />
secondo dedicato a San Michele Arcangelo. Al<strong>la</strong> parete si può ammira-