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Nei borghi antichi la storia è vita - Lazionauta

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Santa’, ad arcata ogivale, subito sotto San Pietro; <strong>la</strong> ‘Porta Foca’; un’altra<br />

porta in corrispondenza del ‘Ponte Scarabeo’; e, infine, <strong>la</strong> porta del<br />

‘Lucino’. Illuminante <strong>la</strong> descrizione delle mura ciclopiche fatta dal<br />

Gregorovius:<br />

‘…Sono salito più in alto, per arrivare alle famose mura<br />

ciclopiche che, come in tutte le città del Lazio,<br />

circondavano qui <strong>la</strong> rocca, cadendo a picco sul pendio<br />

del monte. I loro massi stanno tuttora connessi gli uni<br />

agli altri, come se l’opera fosse stata compiuta ieri<br />

soltanto: qua e là si aprono piccole porte di stile<br />

etrusco. In fondo ad un lungo muro esiste ancora <strong>la</strong><br />

famosa, pittoresca porta ciclopica, ad arco ottuso,<br />

formata da enormi massi quadrango<strong>la</strong>ri. L’aspetto<br />

gigantesco di queste mura, <strong>la</strong> tinta cupa che il tempo le<br />

ha dato, le piante selvatiche che le ricoprono, <strong>la</strong><br />

grandiosità del monte a cui si appoggiano, producono<br />

un’impressione che <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> non sa descrivere’.<br />

L’Acropoli ospita i resti del tempio di Giunone Moneta e <strong>la</strong> Cisterna<br />

romana, circo<strong>la</strong>re, anticamente utilizzata per il recupero dell’acqua piovana,<br />

realizzata in mattoni di tufo cementati con una partico<strong>la</strong>re malta<br />

caratteristica del luogo, l’Opus Signinum, una calce famosa nel tempo<br />

antico perch<strong>è</strong> molto resistente ed impermeabile all’acqua. Su prenotazione<br />

(all’ingresso del<strong>la</strong> città c’<strong>è</strong> un efficiente punto verde riservato ai<br />

turisti), si possono visitare l’area del Foro con il grande criptoportico, il<br />

ninfeo di epoca repubblicana con lo splendido mosaico a parete e l’area<br />

di Porta Maggiore con le due cisterne sotterranee.<br />

La chiesa di San Pietro <strong>è</strong> edificata sulle rovine dell’antico tempio<br />

pagano dell’Acropoli. Il sagrato, <strong>la</strong>stricato con selci bianche, fa risaltare<br />

ancor di più <strong>la</strong> facciata in conci di tufo. L’andamento del campanile,<br />

molto caratteristico, presenta <strong>la</strong> torre campanaria con tre <strong>la</strong>ti a bifora e<br />

un quarto a monofora. All’interno del<strong>la</strong> chiesa sono conservati raffinati<br />

affreschi il più antico dei quali, risalente all’XII secolo, raffigura una<br />

Madonna con il Bambino. Un secondo affresco degno d’attenzione<br />

rappresenta San Sebastiano con <strong>la</strong> Vergine in trono e il Bambino sulle<br />

ginocchia, affiancata da altri tre Santi: Lorenzo, Stefano e Vitaliano. La<br />

pa<strong>la</strong> d’altare fu realizzata nel 1907 da Giulio Tadolini, esponente di<br />

mezzo del<strong>la</strong> famosa dinastia di artisti, scultori e pittori, che ha operato<br />

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