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Nei borghi antichi la storia è vita - Lazionauta

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La <strong>storia</strong><br />

AMonte Compatri il senso d’appartenenza al ‘Borgo’ <strong>è</strong> forte, radicato,<br />

strenuamente difeso e filologicamente giustificato. Ognuno dei<br />

cinque Borghi, infatti, presenta caratteristiche e peculiarità diverse che<br />

trovano riscontro nei simboli degli scudi e nel carattere dei ‘<strong>borghi</strong>giani’.<br />

Tanto per fare qualche esempio, gli abitanti del cuore del centro storico,<br />

il ‘Borgo Ghetto’ che sullo stemma porta una torre, appaiono come<br />

i depositari del<strong>la</strong> <strong>storia</strong> cittadina o, quantomeno, i quotidiani curatori<br />

dell’estetica di una parte di <strong>storia</strong>, quel<strong>la</strong> scritta sulle pietre delle singole<br />

case, magnificata nelle geometrie del<strong>la</strong> Chiesa Madre, <strong>la</strong>rvatamente<br />

nascosta negli angoli più reconditi di un vicolo che può anche apparire<br />

anonimo, ma tale non <strong>è</strong>. Mai. Altri scudi, altri simboli: una spiga di<br />

grano per Borgo Pantano in omaggio ai suoi trascorsi agresti; l’Angelo<br />

minatore per Borgo La Prata dove, probabilmente, vivono i discendenti<br />

degli ‘spaccasassi’ del nuovo acquedotto; un San Michele per l’omonimo<br />

Borgo i cui abitanti, come quelli del ‘Ghetto’, fanno parte del centro<br />

storico più antico e al<strong>la</strong> pari lo difendono; infine un albero di castagno,<br />

signore del<strong>la</strong> foresta, per Borgo Missori i cui abitanti possono essere<br />

considerati i ‘custodi morali’ del<strong>la</strong> venerata immagine conservata nel<br />

verde del<strong>la</strong> selva: Maria Santissima del Castagno.<br />

Monte Compatri, dunque, non dimentica le sue origini e, in omaggio a<br />

Virgilio che nell’Eneide chiama i Labici ‘…et Sacranae acies et picti scuta<br />

Labici’, (schiere Sacrane e Labicani dagli scudi dipinti), gli attuali monticiani,<br />

diretti discendenti di quei prodi Labicani, hanno deciso di dipingere<br />

i loro scudi e di piazzarli strategicamente all’ingresso dei rispettivi<br />

Borghi; policrome formelle di eccellente artigianato ceramico nelle quali<br />

spiccano, memorie storiche a parte, peculiarità e ‘colori sociali’ dei cinque<br />

<strong>borghi</strong> che a mezz’agosto si sfidano in una singo<strong>la</strong>re contesa al tiro<br />

con l’arco e in una giostra medievale. Le sfide sono precedute dal corteo<br />

storico che rievoca <strong>la</strong> visita fatta nel 1613, dal Cardinale Scipione<br />

Borghese per l’elevazione a Principato del suo feudo di Monte<br />

Compatri. Anche questo <strong>è</strong> un modo intelligente per tener vivi i ricordi<br />

e non dimenticare le proprie radici; e quelle dei ‘monticiani’ sono radici<br />

profonde che, secondo <strong>la</strong> leggenda, arrivano all’anno 1268 avanti Cristo,<br />

quando G<strong>la</strong>uco dei Minosse, mitico re di Creta, fonda il primo nucleo<br />

abitato dell’attuale Monte Compatri.<br />

Dal<strong>la</strong> leggenda al<strong>la</strong> <strong>storia</strong> il passo <strong>è</strong> meno lungo di quanto si può pensare.<br />

Ovviamente sul<strong>la</strong> strada dei Labici si mettono di traverso i romani<br />

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