Nei borghi antichi la storia è vita - Lazionauta
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fluviale rappresenta una fonte di ricchezza che si riverbera, anche se in<br />
picco<strong>la</strong> parte, sul<strong>la</strong> <strong>vita</strong> del paese. La posizione strategica dell’abitato fa<br />
il resto. Il territorio di Ponzano, a partire dal 746 a seguito di una concessione<br />
del longobardo Lupo, duca di Spoleto, figura tra i possedimenti<br />
del<strong>la</strong> potente Abbazia di Farfa fedele dai tempi di Faroaldo all’Impero<br />
Longobardo. Proprio per contrastare i potenti monaci di Farfa, papa<br />
Gregorio VI, al secolo Ildebrando Aldobrandeschi di Soana (ovvero<br />
Sovana), soltanto un anno dopo <strong>la</strong> sua elezione, nel 1074, toglie ai<br />
monaci di Farfa il monastero di Sant’Andrea in Flumine e quello di San<br />
Silvestro al Soratte, assegnandoli al Monastero di San Paolo fuori le<br />
Mura di Roma, creando così un importante feudo lungo <strong>la</strong> valle del<br />
Tevere, fedele al papato e, soprattutto, antilongobardo. Tolto un breve<br />
interregno dei Savelli, Ponzano Romano resta tra i beni del monastero<br />
di San Paolo fino al 1440. Altro breve passaggio di mano con gli Orsini,<br />
poi dal Monastero di San Paolo il feudo <strong>è</strong> assegnato ad Alessandro<br />
Farnese, Abate delle Tre Fontane e, quel che più conta, nipote di papa<br />
Paolo III.<br />
Sotto i Farnese, nel 1528, in piena Santa Inquisizione, Ponzano Romano<br />
<strong>è</strong> indirettamente coinvolta in un processo da ‘caccia alle streghe’ che si<br />
tiene nel<strong>la</strong> vicina Fiano Romano. La ‘strega’ sotto processo si chiama<br />
Isabel<strong>la</strong> Orsini, detta ‘Bellezza’, figlia naturale del ‘…fu Angelo Orsini da<br />
Collevecchio’. E’ accusata di aver causato <strong>la</strong> morte di un uomo con un<br />
decotto che doveva guarirlo da certi suoi mali. La povera ragazza, in<br />
realtà, <strong>è</strong> un’erborista che ha appreso l’arte delle erbe medicamentose nel<br />
castello degli Orsini a Monterotondo dove <strong>la</strong> nobile famiglia tiene prigioniera<br />
una presunta strega: Lucia da Ponzano Romano.<br />
Isabel<strong>la</strong>, oltre a pulire, cucinare e badare alle bestie ha l’incarico di preparare<br />
i pasti per <strong>la</strong> prigioniera. Tra <strong>la</strong> ragazza e <strong>la</strong> ‘strega’, che in realtà<br />
<strong>è</strong> soltanto una brava erborista, nasce un rapporto d’amicizia, di profondo<br />
affetto da parte di Lucia che decide di insegnare al<strong>la</strong> giovane i segreti<br />
delle erbe medicamentose, <strong>la</strong> ‘magica arte’ che, al<strong>la</strong> fine, si dimostra<br />
fatale per tutte due. Lucia da Ponzano finisce sul rogo ma <strong>la</strong> sua ‘arte’<br />
continua a vivere attraverso ‘Bellezza’ Orsini <strong>la</strong> quale, divenuta abile<br />
‘guaritrice’, dispensa unguenti, decotti e pozioni ai tanti ma<strong>la</strong>ti che si<br />
rivolgono a lei. Uno di questi non sopravvive e i parenti ricorrono all’inquisitore<br />
accusando Bellezza di stregoneria.<br />
Carcerata e lungamente torturata dall’inquisitore Marco Calisto da Todi,<br />
al<strong>la</strong> fine <strong>la</strong> povera donna confessa tutto, anche di ‘essersi giaciuta con lo<br />
diavolo’, come gli inquisitori, da Torquemada a questo oscuro Callisto