Nei borghi antichi la storia è vita - Lazionauta
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Cincinnato il quale, <strong>la</strong>sciati i <strong>la</strong>vori dei campi, in un solo giorno sbaraglia<br />
gli Equi <strong>è</strong> conquista Corbium al<strong>la</strong> causa romana. Dopo di lui Gneo<br />
Marcio Corio<strong>la</strong>no, nel 486 avanti Cristo, occupa <strong>la</strong> città nel<strong>la</strong> sua marcia<br />
su Roma. Il periodo romano <strong>è</strong> segnato da distruzioni e rinascite sotto<br />
forma di ville patrizie o poco più.<br />
La <strong>storia</strong> più importante, Rocca Priora <strong>la</strong> conosce dopo il dissolvimento<br />
dell’Impero Romano e le susseguenti invasioni barbariche. Intorno<br />
all’Anno Mille il ‘Castrum Arcis Perjuriae’, figura tra i beni destinati in<br />
dote ad una figlia di Agapito dei Conti di Tuscolo, insieme ad altri fondi<br />
nelle vicine Rocca di Papa e Mo<strong>la</strong>ra. Con <strong>la</strong> distruzione di Tuscolo,<br />
anche Rocca Priora finisce sotto il controllo degli Annibaldi. Il feudo<br />
passa più volte di mano per vendite, cessioni, interscambi o conquiste.<br />
Così, nel 1252, il ‘tenimentum Rocce Perjurie’ entra a far parte di una<br />
divisione di beni tra i Colonna. Il primo documento che cita l’attuale<br />
toponimo ‘Rocca Priora’, <strong>è</strong> datato 1269 e si riferisce all’elenco dei beni<br />
del Convento di Pa<strong>la</strong>zzolo.<br />
Agli Annibaldi di Rocca Priora, papa Clemente VI indirizza nel 1347, <strong>la</strong><br />
chiamata a raccolta dei nobili romani contro il tribuno del popolo Co<strong>la</strong><br />
di Rienzo. Subito dopo il castello passa ai Savelli che, papi permettendo,<br />
lo detengono fino agli inizi del Cinquecento con brevi interregni per<br />
mano del Cardinale Giovanni Maria Vitelleschi nel 1463 e, per volere di<br />
Alessandro VI, papa Borgia, che nel 1501 lo assegna al figlio Giovanni<br />
insieme al feudo di Monte Compatri, fino al<strong>la</strong> morte di quest’ultimo per<br />
mano del fratello, il sanguinario Cesare detto ‘il Valentino’, che lo<br />
pugna<strong>la</strong> e lo getta nel Tevere. Nel 1503, con <strong>la</strong> morte di papa Alessandro<br />
VI, Rocca Priora torna ai Savelli.<br />
La controversa distruzione del 1527, da alcuni storici attribuita alle forze<br />
di Renzo da Ceri al comando delle forze pontificie, mentre altri par<strong>la</strong>no<br />
di soldataglie imperiali, non scoraggia i sopravvissuti che riedificano e<br />
ripopo<strong>la</strong>no il borgo facendolo tornare ad essere un importante centro<br />
economico dei Castelli; tanto importante da figurare, nel 1538, tra i beni<br />
del ‘Patrimonium Petri’ e come tale versa tributi al<strong>la</strong> Reverenda Camera<br />
Apostolica.<br />
Altra civile testimonianza del<strong>la</strong> rinascita del borgo <strong>è</strong> il varo dello ‘Statuto<br />
di Rocca Priora’, concesso e promulgato dal<strong>la</strong> famiglia Savelli, firmato<br />
nel 1547 da Costanza Bentivoglio Savelli, (ampliato e controfirmato nel<br />
1564 da Bernardino Savelli), che stabilisce le regole e le leggi che gli abitanti<br />
di Rocca Priora sono tenuti a rispettare. Dal<strong>la</strong> distruzione del 1527,<br />
nasce dunque un paese moderno e legalitario dove, per esempio, si puni-