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Nei borghi antichi la storia è vita - Lazionauta

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lui saluta i compaesani con un’irriverente affermazione: ‘Hanno tempo a<br />

fare presto, <strong>la</strong> Repubblica dovrà tornare…’. Processato e condannato a 15<br />

anni di reclusione nel<strong>la</strong> rocca di Tarquinia, un penitenziario riservato al<br />

clero, torna a Monte<strong>la</strong>nico nel 1865. Emarginato dal<strong>la</strong> chiesa e sottoposto<br />

a stretta vigi<strong>la</strong>nza, continua a far proseliti tanto da essere definito dal<br />

bargello che lo control<strong>la</strong> ‘<strong>la</strong> peste di questo Comune’. La stretta sorveglianza<br />

non gli impedisce di nascondere in casa, a due passi dal<strong>la</strong> gendarmeria<br />

pontificia, il magistrato Marcucci, altro noto cospiratore romano<br />

braccato per anni dopo <strong>la</strong> caduta del<strong>la</strong> Repubblica Romana. L’unità<br />

d’Italia premia il patriottismo di Don Francesco Raimondi che, come<br />

segretario comunale, partecipa al Plebiscito del 5 ottobre 1870. A<br />

Monte<strong>la</strong>nico, su 309 iscritti, 230 votano per il ‘sì’, 70 si astengono e 9<br />

sono i voti contrari.<br />

Alle prime elezioni, contro il parere del Vescovo, Don Francesco<br />

Raimondi si candida ed <strong>è</strong> eletto primo sindaco di Monte<strong>la</strong>nico. Un sindaco<br />

attivissimo: in un anno da primo cittadino apre <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> pubblica<br />

elementare, delibera <strong>la</strong> costruzione dell’asilo infantile, illumina il paese<br />

con venti <strong>la</strong>mpioni a petrolio, sostituisce l’intera guardia comunale perché<br />

‘tutti illetterati’ (leggi analfabeti), nomina un medico chirurgo stabile,<br />

apre l’ufficio telegrafico e l’ufficio postale, rimette in sesto le finanze<br />

comunali con un ocu<strong>la</strong>to taglio del bosco (soltanto un diradamento<br />

mirato e non il solito taglio da rapina) e, soprattutto estendendo il pagamento<br />

delle tasse ai nobili, Principe compreso, che al tempo del ‘Papa<br />

Re’ erano esentati dal pagarle insieme ai pre<strong>la</strong>ti e agli impiegati comunali.<br />

Altro cespite di guadagno per il Comune sono le acque, delle quali<br />

Monte<strong>la</strong>nico <strong>è</strong> ricco, che una volta imbrigliate sono rese produttive a<br />

favore del<strong>la</strong> comunità. In dodici mesi Monte<strong>la</strong>nico, da Cenerento<strong>la</strong> qual’era<br />

diventa un Comune dai bi<strong>la</strong>nci attivi da prendere ad esempio.<br />

L’effetto Raimondi continua negli anni, tanto che il suo successore, il<br />

‘papalino’ Rinaldi, può candidare Monte<strong>la</strong>nico come Capoluogo di<br />

Mandamento. Ma i fasti di Don Francesco, non torneranno più.<br />

Da vedere<br />

La chiesa di San Pietro Apostolo, attualmente chiusa per un restauro<br />

che si annuncia abbastanza lungo e complicato, <strong>è</strong> stata eretta all’entrata<br />

del centro storico, dove si apriva <strong>la</strong> porta del castello, lungo ‘Salita<br />

Muriglio’, di fronte al Pa<strong>la</strong>zzo Ducale; <strong>la</strong> porta infatti univa <strong>la</strong> chiesa al<br />

pa<strong>la</strong>zzo dando corpo al borgo murato. L’interno ad un’unica navata con<br />

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