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Nei borghi antichi la storia è vita - Lazionauta

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Colonna per prima cosa riedificano Preneste e, negli anni a seguire, risanano<br />

<strong>la</strong> Rocca di Castel San Pietro che al successivo scasso con il papa<br />

di turno, Adriano IV, nel 1437 viene nuovamente abbattuta, questa volta<br />

dall’esercito capeggiato dal cardinale condottiero Giovanni Maria<br />

Vitelleschi, braccio armato del<strong>la</strong> chiesa e pupillo di papa Eugenio IV che<br />

lo assolda proprio per combattere i Colonna.<br />

Passano altri dieci anni, prima che i Principi Colonna possano rientrare<br />

nelle grazie del nuovo pontefice e, di conseguenza, riappropriarsi dei<br />

propri beni, Castel San Pietro compresa. La Rocca viene riedificata nel<br />

1482. Oltre a Jacopone da Todi e al vescovo dei Marsi San Berardo, le<br />

prigioni del<strong>la</strong> Rocca ospitano un altro famoso personaggio: Corradino<br />

di Svevia, prigioniero dopo <strong>la</strong> sconfitta di Tagliacozzo, in viaggio di trasferimento<br />

verso Napoli dove sarà decapitato. In altra epoca, non meno<br />

cruenta, tra le mura del castello <strong>è</strong> graditissimo ospite Miche<strong>la</strong>ngelo<br />

Merisi da Caravaggio, in fuga da Roma dopo l’omicidio del<strong>la</strong> Pal<strong>la</strong>corda.<br />

Secondo alcune ipotesi accreditate, nel lungo inverno passato nel<strong>la</strong><br />

Rocca, su commissione degli Aldobrandini amici dei Colonna, dipinge il<br />

‘San Francesco in meditazione’ di Carpineto Romano, attualmente conservato<br />

presso <strong>la</strong> Galleria Nazionale di Arte Antica di Pa<strong>la</strong>zzo Barberini<br />

a Roma.<br />

Con il passare dei secoli, il castello perde <strong>la</strong> sua funzione difensiva e,<br />

prima i Colonna, poi i Barberini, lo <strong>la</strong>sciano nel più completo abbandono.<br />

Il recupero e l’amorevole restauro é cosa dei nostri tempi e, insieme<br />

al castello, <strong>è</strong> rinato anche Castel San Pietro Romano, l’ex paese ‘più scassato<br />

d’Italia’.<br />

Da vedere<br />

Chiesa di San Pietro Apostolo. Fondata, secondo <strong>la</strong> tradizione, per<br />

volere dello stesso imperatore Costantino, a ricordo del luogo dove<br />

l’Apostolo Pietro inizia le sue predicazioni nel Lazio, <strong>la</strong> chiesa <strong>è</strong> stata più<br />

volte restaurata, quasi ricostruita. L’attuale forma risale al 1732 quando,<br />

per volontà di papa Clemente XII Corsini l’architetto Nico<strong>la</strong> Michetti ne<br />

muta radicalmente <strong>la</strong> struttura, allungando <strong>la</strong> navata e, realizzando<br />

davanti al<strong>la</strong> facciata uno spazioso porticato. All’interno, sopra l’ingresso,<br />

si trova l’iscrizione a ricordo di Clemente XII che ne ha sostenuto <strong>la</strong><br />

ristrutturazione settecentesca. La parete di sinistra ospita un fonte battesimale<br />

dominato da una grande scultura raffigurante il battesimo di<br />

Cristo. Segue l’altare di San Rocco, con una non usuale statua del Santo<br />

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