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Nei borghi antichi la storia è vita - Lazionauta

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ammirare numerosi velivoli storici, le uniformi degli avieri dagli inizi del<br />

volo ad oggi, documenti di grande interesse, cartelloni didattici esplicativi,<br />

modellini delle macchine vo<strong>la</strong>nti di Leonardo e, nello shop, ogni<br />

sorta d’oggettistica legata all’arma azzurra.<br />

I siti archeologici<br />

Il complesso dell’Acqua C<strong>la</strong>udia, distribuito su un emiciclo di circa<br />

90 metri, comprende un’esedra e due ninfei alimentati dalle grandi<br />

cisterne costruite a monte. E’ databile intorno al I secolo avanti Cristo.<br />

La ‘Via Clodia’, seguendo il c<strong>la</strong>ssico metodo di conquista dei romani<br />

‘prima <strong>la</strong> strada, poi tutto il resto’ <strong>è</strong> stata realizzata poco più di duecento<br />

anni prima del suddetto complesso dell’Acqua C<strong>la</strong>udia, tra <strong>la</strong> fine del<br />

III secolo e gli inizi del II a.C. per unire Roma al<strong>la</strong> parte nord-occidentale<br />

dell’Etruria. Non a caso il tracciato segue una più antica via etrusca<br />

al<strong>la</strong>rgata e <strong>la</strong>stricata dai romani che in questo campo non hanno rivali.<br />

Dell’antica Via Clodia <strong>è</strong> stato individuato ed <strong>è</strong> ben visibile un tratto di<br />

circa 250 metri, <strong>la</strong>rgo 4 metri e mezzo, tra le località Cancelli e Riserva<br />

di Valle Facciano.<br />

Le Mura di Santo Stefano, terzo complesso di questi importanti resti<br />

romani, databile attorno al<strong>la</strong> seconda metà del II secolo dopo Cristo, <strong>è</strong><br />

uno dei monumenti meglio conservati tra quelli presenti in tutto il comprensorio<br />

sabatino, L’area presenta una struttura principale, una cisterna<br />

quadrango<strong>la</strong>re e resti di una chiesa risalente all’anno Mille. Le epidemie<br />

di colera del 1856 e del 1867, portano al<strong>la</strong> trasformazione dell’intero<br />

complesso in cimitero dei colerosi.<br />

L’ambiente<br />

Il Parco Regionale di Bracciano e Martignano, in termini di tempo<br />

<strong>è</strong> l’ultimo nato tra i parchi del Lazio. I due <strong>la</strong>ghi, da soli, con 6000 ettari<br />

di superficie, coprono il 40% dell’intero parco che comprende i comuni<br />

di Bracciano, Trevignano, Anguil<strong>la</strong>ra Sabazia e l’agro del comune di<br />

Martignano. I colli che circondano i due <strong>la</strong>ghi presentano pascoli, coltivi<br />

e boschi con faggeti, castagneti e querceti centenari.<br />

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