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guariti, moribondi che si dichiaravano rinati, torme di fedeli in trance al<br />
cospetto di quel santo cappuccino che veniva accreditato capace di fare<br />
miracoli a ripetizione.<br />
Tutto questo, oltre a creare problemi di ordine pubblico, contrastava<br />
nettamente con la dottrina monastica pertanto il Sant’Uffizio, dietro<br />
ordine del Vaticano il quale aveva cominciato ad avversare il frate<br />
ritenendolo una specie di stregone pagano, lo fece visitare in più<br />
circostanze da illustri medici; ecco le diagnosi: nel luglio 1919 il<br />
professor Amico Bignami, luminare di patologia medica all’Università di<br />
Roma, a proposito delle stigmate scrisse: «…possiamo pensare che le<br />
lesioni descritte siano cominciate come prodotti patologici (necrosi<br />
multipla della cute) e siano state completate, forse incoscientemente per<br />
un fenomeno di suggestione, con un mezzo chimico, per esempio tintura<br />
di iodio». Nell’aprile 1920 padre Agostino Gemelli, medico e psicologo,<br />
fondatore delle Università cattoliche di Milano e Roma, scrisse: «Padre<br />
Pio ha tutte le caratteristiche somatiche dell’isterico e dello<br />
psicopatico….le ferite che ha sul corpo con carattere distruttivo dei<br />
tessuti, sono tipiche della patologia isterica…un ammalato si procura le<br />
lesioni da sé…». Il 3 luglio del 1922 monsignor Pasquale Gagliardi, dopo<br />
aver visitato il frate, riferì direttamente a papa Pio 11° che, secondo lui, le<br />
stigmate erano provocate da tintura di iodio e acido nitrico¹.<br />
Ma nonostante questi verdetti, il fanatismo religioso e la credulità<br />
popolare avevano già preso il sopravvento pertanto, al convento,<br />
aumentava sempre più il via vai di pellegrini devoti a padre Pio; la fede in<br />
Dio era come soppiantata dall’idolatria per il frate santo e iniziava un<br />
commercio illegale di oggetti a lui appartenenti: bende sanguinolente<br />
delle presunte stigmate, pezzi del suo saio, pezzi del cordone ecc.;<br />
aumentava anche, in maniera vertiginosa, l’afflusso di denaro che i fedeli<br />
da tutta Italia e dall’estero inviavano al Santone a scopo propiziatorio.<br />
Tutto questo aveva poco a che fare con l’ordine, il raccoglimento e la<br />
riservatezza della vita francescana in un convento di clausura, ma padre<br />
Pio si sentiva già un personaggio famoso e, come ogni capo carismatico<br />
che si rispetti, organizzò intorno a sé una ristretta cerchia di fedelissimi<br />
_____________<br />
¹ Che padre Pio fosse un autentico imbroglione fu confermato anche da uno dei suoi<br />
fedelissimi, Francesco Morcaldi il quale, il 21 maggio del 1963 nell’ambito di un<br />
processo per diffamazione, confessò in tribunale a Roma che le stigmate del frate erano da<br />
lui stesso provocate con acido nitrico e acqua di colonia. Inoltre anche l’illustre psichiatra<br />
Luigi Cancrini, negli anni ’60, firmò una perizia su padre Pio definendolo «persona con<br />
gravi disturbi della personalità».<br />
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