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nel convento e circolava la voce che usasse anche profumarsi….<br />
Pressato ancora dal clero di Manfredonia e da quello foggiano, il<br />
Sant’Uffizio decise di porre fine a quella che sembrava una guerra fra<br />
bande rivali e, nell’aprile 1928, inviò monsignor Giuseppe Bruno al<br />
convento per un’accurata ispezione; la relazione del clericale fu<br />
impressionante: «…al convento di Santa Maria delle Grazie regna un<br />
grave disordine morale: corruzione, ruberie, ricatti, simonia, peccati<br />
della carne, odi e vendette…». Nel verbale si leggeva anche che padre<br />
Pio aveva rapporti sessuali un paio di volte alla settimana «Bis<br />
hebdomada copulabat cum muliebre».<br />
A questo punto (marzo 1929) il frate di Pietrelcina fu nuovamente<br />
sollecitato dal Sant’Uffizio a trasferirsi, ma il provvedimento venne<br />
sospeso a causa di una nuova protesta inscenata dai fedeli; allora il<br />
Sant’Uffizio, accertato che le cose al convento non erano cambiate, nel<br />
maggio 1931 ordinò all’indisciplinato frate di cessare ogni attività con i<br />
fedeli compresa la celebrazione della messa, gli fu più volte imposto il<br />
trasferimento in altro convento, ma ciò rimase senza esito, fu osteggiato e<br />
bollato per “impostore e indemoniato”. Queste restrizioni, in parte non<br />
rispettate, durarono poco perché i fidi Brunatto e Morcaldi passarono al<br />
contrattacco e cominciarono a ricattare più energicamente il Vaticano,<br />
prima con l’Operazione candelabri (1931) con la quale minacciarono di<br />
pubblicare un fascicolo dove erano documentati i misfatti del clero<br />
foggiano e la connivente passività del Vaticano, poi (1932) minacciando<br />
di pubblicare il dossier scandalistico Gli anticristo nella Chiesa di Cristo<br />
contro le gerarchie Vaticane.<br />
Questi ricatti ebbero l’esito sperato e nel 1933 padre Pio fu pian piano<br />
riabilitato a svolgere le sue funzioni sacerdotali, ma in maniera<br />
parsimoniosa e senza platealità. Però la situazione all’esterno e all’interno<br />
del convento tornò ad essere la negazione dei dettami francescani e il<br />
Vaticano, ormai sotto ricatto, da allora in avanti si limitò a rivolgergli<br />
semplici richiami e ammonimenti periodici.<br />
Così il Santo di Pietrelcina, in barba alle restrizioni impostegli, a metà<br />
degli anni ´30 sfrecciava per le strade di San Giovanni Rotondo a bordo<br />
di una Balilla grigia, alla ricerca dei terreni sui quali edificare un<br />
imponente ospedale non lontano dal convento. I lavori iniziarono nel<br />
1941 dopo che l’avventuriero Brunatto ebbe racimolato 300 milioni di<br />
lire (155.000 euro), parte di padre Pio e parte suoi, ricevuti forse per aver<br />
partecipato attivamente come collaborazionista dei nazisti al governo di<br />
Vicky (per questo reato fu condannato e imprigionato a Marsiglia). Nel<br />
1943 altri 250 milioni di lire (129.000 euro) furono stanziati dall’Unrra<br />
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