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corpo sarebbe dovuto cadere all’indietro e la pistola sarebbe dovuta<br />
finire più lontano.<br />
- Secondo la versione vaticana la pistola esplose 5 colpi: due verso il<br />
comandante, uno verso sua moglie Romero, il quarto servì al suicidio<br />
di Tornay ed il quinto? La Santa Sede non lo ha mai riferito; si<br />
potrebbe desumere che sia servito ad un ipotetico sicario per far<br />
risultare la mano del vicecaporale positiva all’esame del guanto di<br />
paraffina.<br />
- Il cellulare di Tornay fu restituito alla madre disabilitato; chi lo aveva<br />
manomesso e perché?<br />
- Il foro di uscita del proiettile nel cranio di Tornay non era compatibile<br />
con l’arma in sua dotazione perché era di calibro diverso.<br />
- L’autopsia rivelò anche che alcuni segni indicavano che, prima di<br />
morire, Tornay ricevette un colpo sopra l’orecchio sinistro.<br />
Sempre più convinta che il proprio figlio Cédric fosse stato vittima di<br />
una diabolica macchinazione, la signora Baudat scrisse una prima<br />
supplica al Papa il 18 settembre 1998 ed una seconda l’8 luglio 1999 con<br />
le quali chiedeva al sommo pontefice Giovanni Paolo 2°, con tono umile<br />
e sommesso, di conoscere la verità dei fatti accaduti, ma non ricevette<br />
alcuna risposta.<br />
Il 6 ottobre 1998 i legali della signora Baudat inoltrarono istanza al<br />
Tribunale Vaticano per accedere agli atti giudiziari, ma fu loro negato<br />
l’accesso; quei documenti, mai pubblicati nella loro forma integrale,<br />
furono solo riassunti, qualche tempo dopo, in un bollettino vaticano il<br />
quale, colmo di omissioni e carente di certezze, non conteneva prove di<br />
colpevolezza del Tornay, le ipotizzava solamente.<br />
La Signora Baudat non ha mai potuto appurare la verità sulla<br />
morte del figlio perché davanti al Vaticano non si può ricorrere alle<br />
disposizioni della Convenzione Europea (poiché questo non ha mai<br />
firmato l’articolo 6 della Convenzione sul Diritto ad un processo<br />
equo), quindi nessuno può contestare in alcuna sede una decisione<br />
presa dalla giustizia vaticana; in questo modo la Santa Sede si è<br />
messa al riparo da qualsiasi ingerenza giudiziaria venga dall’esterno,<br />
tutto questo in contraddizione con quanto va predicando nel mondo:<br />
giustizia, equità, trasparenza, verità.<br />
Il giudice Marrone dispose l’archiviazione del caso il 5 febbraio 1999<br />
e da allora la Santa Sede esercita tutto il suo potere di pressione e di<br />
influenza, sui mass media italiani ed internazionali, affinché sulla strage<br />
del 4 maggio 1998 venga mantenuto il più rigoroso silenzio, sigillato<br />
dall’oblio del tempo.<br />
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