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Nel cerchio del Saggio

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<strong>Nel</strong> <strong>cerchio</strong> <strong>del</strong> <strong>Saggio</strong><br />

Usciti di lì andavamo a trovare Abdulhay Efendi, nella dergah<br />

di Yahya Efendi. Anche lui apparteneva alle genti <strong>del</strong>la rivelazione.<br />

S’andava anche da Cemal Oğut Efendi. Per lui il nostro Maestro<br />

nutriva un amore sincero. Egli era in possesso di uno stato<br />

spirituale particolare. «Ammonisce la gente», dicevano di lui<br />

«senza essere pesante». Però, nella vita di tutti i giorni non lasciava<br />

trapelare niente di sé e si comportava in maniera molto<br />

discreta. Una persona piena di dignità... «Alle donne posso dire<br />

così tante cose», diceva. Abitava nella zona di Beşiktaş.<br />

- Per “Altinoluk” abbiamo intervistato sua figlia, la signora Hikmet.<br />

- La sua casa era zeppa di libri, da terra al soffitto. Erano<br />

disposti addirittura su più file, perché su una sola lo spazio non<br />

sarebbe stato sufficiente. Sia resa lode ad Allah, perché li lasciò<br />

all’Istituto Superiore di Studi Islamici; mentre, nel campo <strong>del</strong> sapere,<br />

nessuna personalità ha mai lasciato niente a nessuno, se<br />

non dopo la morte. Così, alla loro morte quanto in loro possesso<br />

s’è dissolto, smembrato nelle varie biblioteche.<br />

C’era ad esempio Bekir Haki Efendi, un esperto di hadith.<br />

«È uscito qualche nuovo libro?», diceva: «devo averlo». Amava<br />

molto i libri e se li faceva portare perfino dall’Egitto e l’Hijaz.<br />

Quando morì la sua stanza era piena, ma sparirono tutti. Occasionalmente<br />

andavamo a trovare anche lui: durante le festività<br />

religiose ci muovevamo molto.<br />

Usciti di lì si attraversava Şişli e Beyoğlu per andare da Şefik<br />

Arvası Efendi, ad Eyup Sultan. Era stato l’imam <strong>del</strong>la Moschea<br />

di Sultanahmet 182 : una figura luminosa, un uomo che si faceva<br />

amare veramente ed anche una persona molto attaccata. Il nostro<br />

Maestro diceva: «Ho conosciuto centinaia di guide spirituali»,<br />

lui stesso era anche uno shaykh Qadiri, «ma nei suoi confronti<br />

provo un affetto particolare». Durante la sua malattia, quando il<br />

182 Conosciuta anche come la Moschea Blu.<br />

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