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<strong>Nel</strong> <strong>cerchio</strong> <strong>del</strong> <strong>Saggio</strong><br />
figli a spezzarle. Nessuno ci riuscì; allora egli le sciolse e le ruppe<br />
tutte, a una a una, e poi disse: «Se volete esser forti anche voi,<br />
restate uniti così, allo stesso modo».<br />
Questo è possibile solo con il Califfato; con esso, molti mali<br />
vengono meno, scompaiono.<br />
- Efendim, abbiamo da farvi un’altra domanda. Voi avete lavorato<br />
sempre, fin da giovane. Ecco, Maestri di altissimo livello spirituale ma,<br />
nello stesso tempo, anche profondi conoscitori <strong>del</strong>la vita lavorativa, <strong>del</strong><br />
mondo degli affari, ce ne sono stati veramente pochi. Oggi c’è un buon<br />
numero di ricchi anche fra i Musulmani, ed è necessaria una disciplina<br />
per riuscire a conciliare la vita degli affari con quella spirituale, per far<br />
fronte ai nostri doveri di servitori di Allah anche in quell’ambito. A<br />
questo riguardo, quali sono le vostre raccomandazioni per i Musulmani,<br />
i ricchi, gli uomini d’affari, sia dal punto di vista <strong>del</strong> comportamento<br />
da tenere in commercio, sia per quanto riguarda il proprio sostentamento?<br />
- Certo, non sono più i tempi in cui la gente s’accontentava<br />
di un boccone e un mantello. C’è la famiglia, la vita sociale; oggi<br />
nessuno si contenta più di quello, nemmeno se vive da solo.<br />
Tutti devono lavorare. Lavorare per il mondo, foss’anche per<br />
quello puramente esteriore, non è un ostacolo per il mondo spirituale.<br />
In altre parole, se in cassa ci sono dei soldi, questo non costituisce<br />
un problema; ma se essi entrano nel cuore, allora sì che<br />
diventano un ostacolo. Dobbiamo lavorare sia per questo mondo,<br />
sia per avanzare nell, alla condizione categorica di metterci<br />
al servizio degli altri e renderci così utili. L’una cosa non esclude<br />
affatto l’altra, ma alcuni non sanno fare né l’una né l’altra. Sicuro,<br />
lavorare è una necessità.<br />
Venticinque, trent’anni fa, in molti arrivarono qui dall’Anatolia.<br />
Vennero dicendo: «Vogliamo vivere accanto al nostro Maestro».<br />
Essi si stabilirono ad Erenköy 207 ma non lavoravano; in<br />
207 Località sulla costa asiatica, oggi quartiere di Istanbul, dove risiedeva lo<br />
Shaykh Sami Efendi (q.s.).<br />
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