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<strong>Nel</strong> <strong>cerchio</strong> <strong>del</strong> <strong>Saggio</strong><br />
moti d’animo, nella loro realtà di Viandanti che hanno attraversato<br />
uno stato spirituale dopo l’altro al solo fine di guidare chi<br />
vuole percorrere la Via e spiegargli quel che incontrerà, come<br />
appunto i maqam <strong>del</strong>la contrazione e <strong>del</strong>l’espansione, <strong>del</strong>l’amore<br />
e <strong>del</strong> timore.<br />
266<br />
Questi sono gli stati dei muqarrabun (gli Approssimati).<br />
Lo stesso hadith viene menzionato nel Qutu al-Qulub, nel<br />
quale si trova anche questa aggiunta:<br />
«Per trovare un esempio <strong>del</strong>la “familiarità” di chi è caro ad<br />
Allah e si trova nel maqam <strong>del</strong>l’intimità, citiamo il caso di Burh.<br />
Burh era uno schiavo negro in continua, silenziosa e fervida preghiera<br />
tanto che, durante un’annosa carestia, Allah (sia esaltato il<br />
Suo Nome) rivelò a Musa (a.s.), il Suo interlocutore, che doveva<br />
cercare uno schiavo di nome Burh per fargli invocare la pioggia<br />
sui figli d’Israele.<br />
Musa (a.s.) era uscito con settantamila persone per implorare<br />
Allah affinché mandasse finalmente la pioggia. Mentre pregava,<br />
ricevette da parte Sua questa rivelazione:<br />
“Come posso accettare la preghiera di costoro? Sono venuti<br />
quelli che ancora non Mi conoscono, giacchè i loro cuori sono<br />
troppo oscurati dal peccato ed hanno riversato sul loro sir tanta<br />
infamia, tante bassezze. Mi rivolgono preghiere, dunque, proprio<br />
coloro che non Mi conoscono e, per giunta, essi hanno pregato<br />
con negligenza, sicuri di sé, pensando che Io non li metta<br />
alla prova. Fra le Mie creature c’è, però, un Mio servo di nome<br />
Burh. Trovalo, chiedigli di venir fuori a pregarMi, affinché Io accetti<br />
le vostre suppliche”.<br />
Musa (a.s.) partì ed andò avanti con le sue ricerche per un bel<br />
pezzo, senza tuttavia riuscire a trovare nessuno che lo conoscesse.<br />
Un giorno, mentre camminava, vide sul terreno un’impronta. Era<br />
il segno <strong>del</strong>la prosternazione in adorazione, lasciato da una figurina<br />
di schiavo negro che gli si parò davanti, nello spazio compreso<br />
fra il petto e gli occhi. Illuminato da Allah, egli lo riconobbe e lo<br />
salutò; poi lo prese, se lo pose sulla spalla e gli chiese:
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