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Guadagnare e spendere per la causa di Allah<br />
seguito, cominciarono perfino a fare dei pettegolezzi. In breve<br />
restarono tutti indietro, anche nella vita spirituale.<br />
Insomma, è fuori discussione che si deve lavorare, mettere a<br />
profitto le proprie capacità. Occuparsi <strong>del</strong>la sfera <strong>del</strong> cuore non<br />
ostacola in alcun modo il lavoro sociale, esteriore. Il mondo <strong>del</strong><br />
cuore è cosa ben diversa. C’è chi smette di lavorare, dicendo: «Voglio<br />
operare per lo spirito» ma poi comincia a guardare con invidia<br />
i beni altrui, e questo è molto più dannoso. Gli altri agiscono,<br />
si impegnano al meglio di sé stessi, mettono a profitto quello che<br />
Allah gli ha dato, ed anche la società ne trae vantaggio.<br />
No, lavorare non è mai di ostacolo alla vita spirituale, nel<br />
modo più assoluto; anzi, è una necessità. Oziare, starsene con le<br />
mani in mano, non è affatto una buona cosa, specialmente per<br />
chi non ha ancora raggiunto la perfezione spirituale. I rancori, la<br />
discordia, sono sempre in agguato. Quanti ne abbiamo visti, ad<br />
Erenköy, di esempi <strong>del</strong> genere! Il gruppo che si unì al Maestro,<br />
in origine era venuto per trarne un beneficio interiore; ma non<br />
lavoravano, non facevano niente. Finirono con il non compiere<br />
più neppure i riti religiosi.<br />
In breve ognuno deve fare il proprio lavoro. C’è perfino chi<br />
dice: «Ho lasciato il lavoro». Perché lo fate? Non è giusto neppure<br />
lasciarlo ai figli. Affidategli pure l’incarico di seguire le vostre<br />
attività ma controllate di persona, di tanto in tanto. Chiedete<br />
conto <strong>del</strong>le entrate e <strong>del</strong>le uscite: questo non è un difetto. Molti<br />
dicono:<br />
- Voglio affidare ai miei cari (grandi o piccoli che siano) la<br />
gestione dei miei affari.<br />
- Quanti anni hai?<br />
- Quaranta.<br />
Come si fa a mettersi da parte a quarant’anni, per lasciare il<br />
posto ai figli? Quanto meno si vada a controllarli, è ovvio; il giovanotto<br />
può gestire bene, così come può farlo male. <strong>Nel</strong> suo operato,<br />
inoltre, fa attenzione a quello che è lecito e a quello che inve-<br />
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