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Nel cerchio del Saggio

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<strong>Nel</strong> <strong>cerchio</strong> <strong>del</strong> <strong>Saggio</strong><br />

cuore impuro 62 o di fede debole, convennero alla presenza <strong>del</strong><br />

nobile Inviato (s.a.w.s) per dirgli:<br />

“O Inviato di Allah, quando sederai di nuovo nel mihrab, non<br />

potresti fare in modo che quella gente dai vestiti maleodoranti<br />

se ne stia lontana da noi? Così noi potremmo sedere accanto a te<br />

in tutta amicizia, e trarre giovamento dalla tua presenza”. Con<br />

queste parole intendevano alludere al gruppo di Musulmani <strong>del</strong><br />

quale facevano parte, fra gli altri, Abu Dharr e lo stesso Selman.<br />

A questo proposito discese allora il seguente ayet:<br />

“O Muhammad! Leggi il Libro che ti è stato rivelato dal tuo Signore:<br />

nessuno potrà mai cambiare i Suoi decreti; né tu, trovare un altro<br />

rifugio. Sii paziente anche tu con coloro i quali implorano il Signore,<br />

cercando la Sua approvazione mattino e sera; non distogliere da loro il<br />

tuo sguardo per desiderio <strong>del</strong>le bellezze di questo mondo. Guardati dal<br />

seguire chi non si cura di menzionare il Nostro Nome, schiavo dei suoi<br />

desideri che eccedono i limiti. Dì: ‘La vera religione consiste nel trovarsi<br />

alla presenza <strong>del</strong> Signore. Chi (la) desidera, ne sia fermamente convinto.<br />

Chi la desidera, sappia opporre il suo rifiuto. Nessuno dubiti che Noi<br />

abbiamo preparato un fuoco per gli ingiusti, gli oppressori: una vampa<br />

che li avvolgerà completamente’”. (Corano, Sura “Al-Kahf”, 27 -29).<br />

Dopo aver ricevuto la rivelazione di questi ayet, che minacciavano<br />

il Fuoco ai miscredenti, il Rasulullah (s.a.w.s.) s’alzò subito<br />

in piedi e si mise in cerca dei suoi amici. Li trovò alla fine, che<br />

salmodiavano il Nome di Allah appartati in un angolo <strong>del</strong>la Moschea,<br />

ed esclamò:<br />

“Sia ringraziato Iddio, Che non ha permesso che morissi prima<br />

d’impartirmi l’ordine d’essere paziente, insieme ad alcuni<br />

<strong>del</strong>la mia comunità”». (Hilye, 1/345).<br />

Il nostro Signore (s.a.w.s.), conforto dei cuori infranti, così racconta<br />

lo stato di quelle personalità:<br />

62 Müellef-i kulubdan, lett: dal cuore scritto (e perciò non vergine, non puro). È interessante<br />

notare come, all’opposto, <strong>del</strong> Profeta si dice che fosse «illetterato».<br />

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