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Per un codice della cucina lombarda Introduzione

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ÖF IN CEREGHIN<br />

E’ la preparazione dell'uovo più com<strong>un</strong>e e semplice, l’equivalente dell’uovo al tegame o uovo<br />

fritto, ottenuto con il burro come condimento. Il nome deriva dall’aspetto, simile alla cotta<br />

(cerega) degli ecclesiastici. La formulazione con questo nome è diffusa in tutta la Lombardia,<br />

con parecchie varianti nel condimento (burro, lardo o olio) e nella consistenza dopo cottura<br />

di albume e tuorlo.<br />

Preparazione per 1 porzione<br />

Tipologia: Vegetali ed uova<br />

Stagionalità: Tutto l’anno<br />

Difficoltà: Modesta<br />

Tempo esecuzione: 5 minuti<br />

Tecnica di cottura: Frittura<br />

Utensili:<br />

Tegamino<br />

Ingredienti:<br />

UOVA FRESCHE (n.2, 120 g), BURRO (25 g),<br />

SALE (q.b.)<br />

Esecuzione:<br />

• Soffriggere il burro nel tegamino<br />

• A colore oro scuro ed aspetto spumeggiante,<br />

rompervi le uova facendo attenzione a che il<br />

tuorlo rimanga integro<br />

• Lasciare coagulare l’albume (circa 1-2 minuti),<br />

salare e servire<br />

Note: rompere le uova e puciare (ovvero intingere)<br />

La riuscita dell’ öf in cereghin dipende da molti<br />

fattori: qualità delle uova (che devono essere<br />

freschissime), scelta del tempo ideale di soffrittura<br />

del burro (che deve imbiondire e spumeggiare,<br />

ma non bruciare come si usa spesso nella<br />

tradizione <strong>lombarda</strong>), tempo di cottura (il tuorlo<br />

non deve coagulare). <strong>Per</strong>sino la salatura è importante:<br />

è opport<strong>un</strong>o dirigere il sale sul solo albume<br />

per evitare la formazione di macchie nel<br />

tuorlo. Ma il vero segreto e l’<strong>un</strong>ica vera difficoltà<br />

è di rompere le uova delicatamente e istantaneamente,<br />

evitando che il tuorlo perda di integrità<br />

o che residui di guscio restino inglobati nella<br />

formulazione.<br />

Il sistema migliore è quello di battere seccamente,<br />

con <strong>un</strong>a oscillazione del polso, l’uovo<br />

nella sua fascia mediana sull’orlo del tegame,<br />

aprirlo facendo leva con i pollici sui lati del taglio<br />

formatosi nel guscio. Occorre procedere con delicatezza<br />

per evitare che i bordi del guscio “feriscano”<br />

il tuorlo mentre cade nel tegame.<br />

A differenza dell’uovo sodo (che nella tradizione<br />

popolare ha ottenuto minore fort<strong>un</strong>a), l’uovo in<br />

cereghin ha sempre rappresentato <strong>un</strong>a ottima<br />

occasione per puciare, ovvero per intingere il<br />

pane (o la polenta) nell’albume non rappreso,<br />

per costruire <strong>un</strong>a razione più sostanziosa. Sempre<br />

per questa ragione, generalmente si abbondava<br />

con il condimento, che in alternativa al<br />

burro poteva essere lardo o olio. Il “puciare”<br />

aveva <strong>un</strong> tempo <strong>un</strong>a precisa ritualità: prevedeva<br />

che la pa<strong>della</strong> fosse posta al centro <strong>della</strong> tavola<br />

e che tutti i commensali, a turno, intingessero<br />

con parsimonia.<br />

Varianti:<br />

In Brianza si usa rivoltare l’albume sul tuorlo,<br />

ottenendo <strong>un</strong>a specie di uovo in camicia. Anche<br />

in questo caso il tuorlo deve rimanere integro.<br />

L’uso di far soffriggere il burro fino a dorarlo è<br />

alquanto discutibile agli occhi delle attuali conoscenze<br />

scientifiche poiché si danneggiano le<br />

caratteristiche sensoriali del burro e si induce la<br />

formazione di composti poco digeribili.<br />

Gualtiero Marchesi, riproponendo questa semplice<br />

ricetta, consiglia di far sciogliere (ma non<br />

sfrigolare) <strong>un</strong>a piccola quantità di burro in <strong>un</strong>a<br />

pa<strong>della</strong> di misura per l’uovo (o le uova), di aggi<strong>un</strong>gere<br />

l’uovo e di continuare la soffrittura a<br />

fuoco molto moderato, salando il solo albume a<br />

cottura ultimata.<br />

Dato che l'uovo ha <strong>un</strong> contenuto elevato di colesterolo,<br />

la sua associazione con burro<br />

(anch’esso ricco di colesterolo e di grassi saturi)<br />

è alquanto discutibile sul piano salutistico: la<br />

formulazione è indicata solo nell’infanzia, quando<br />

la tolleranza verso il colesterolo è superiore.<br />

Abbinamenti:<br />

La tradizionale combinazione era <strong>un</strong> tempo con<br />

la polenta, sebbene il pane sia la forma di accompagnamento<br />

preferibile per intingere. Una<br />

insalata fresca (di soncino o di varietà pasqualina)<br />

realizza <strong>un</strong> perfetto abbinamento.<br />

E' consigliato <strong>un</strong> vino rosso leggero e brioso (ad<br />

esempio Lambrusco o Sangue di Giuda).<br />

<strong>Per</strong> <strong>un</strong> <strong>codice</strong> <strong>della</strong> <strong>cucina</strong> <strong>lombarda</strong> Lecco e la Brianza

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