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Per un codice della cucina lombarda Introduzione

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OCA CON LE VERZE<br />

Chiamata anche cassoeula (o bottaggio) o ragò d’oca, per la sostanziale corrispondenza con<br />

la cassoeula di maiale.<br />

Preparazione per 6 porzioni<br />

Tipologia: Carni<br />

Stagionalità: Tutto l'anno<br />

Difficoltà: Media<br />

Tempo esecuzione: 90 minuti<br />

Tecnica di cottura: Frittura, Brasatura<br />

Utensili:<br />

casseruola, trinciapollo<br />

Ingredienti:<br />

OCA (n.1 intera privata <strong>della</strong> pelle), VERZE<br />

SCURE (2 kg), BURRO (50 g), OLIO DI OLIVA<br />

(50 g), ALLORO (n.2 foglie), SEDANO (80 g),<br />

POMODORI MATURI (100 g), CIPOLLE (50 g),<br />

VINO BIANCO SECCO (200 cc), BRODO (q.b.),<br />

SALE (q.b.)<br />

Esecuzione:<br />

• Tagliare l'oca a pezzi e rosolarla in <strong>un</strong>a casseruola<br />

con olio e burro<br />

• Aggi<strong>un</strong>gere alloro, cipolla tritata e sedano a<br />

pezzetti<br />

• Lasciare imbiondire la verdura, aggi<strong>un</strong>gere il<br />

vino bianco e pomodori tagliati a filetti<br />

• Bagnare con il brodo poco salato e portare a<br />

3/4 di cottura<br />

• Aggi<strong>un</strong>gere le verze e finire di cuocere<br />

• Servire quando le verze sono ben cotte<br />

Note: <strong>un</strong>'origine contesa<br />

E’ <strong>un</strong> piatto noto in tutte le zone prossime al Ticino,<br />

sia <strong>della</strong> riva <strong>lombarda</strong> sia di quella piemontese.<br />

Non è del tutto convincente la tradizione<br />

che ne lega l’origine alla <strong>cucina</strong> kasher dei<br />

ghetti di Alessandria e di Novara (che sicuramente<br />

ne incrementarono la diffusione), perché<br />

fino alla metà del secolo scorso le ricette<br />

<strong>della</strong> cassoeula prescrivevano l’impiego di carne<br />

e interiora di pollo e di altri volatili, mentre il<br />

maiale vi ha ass<strong>un</strong>to <strong>un</strong> ruolo esclusivo solo a<br />

partire dal nostro secolo.<br />

Varianti:<br />

Nelle preparazioni casalinghe l’oca non viene<br />

spellata. La carota arricchisce spesso il battuto,<br />

che alc<strong>un</strong>i ricettari consigliano di rendere più<br />

grasso con pancetta pestata.<br />

Come altri piatti tradizionali, anche l’oca con le<br />

verze può essere preparata nella versione più<br />

antica, senza pomodoro. Non è rara l’aggi<strong>un</strong>ta<br />

di costine o cotenne di maiale alla carne d’oca.<br />

Abbinamenti:<br />

Piatto <strong>un</strong>ico se completato con polenta, da abbinare<br />

a San Colombano Rosso, asciutto e con<br />

leggero retrogusto di mandorla.<br />

L’ingrediente: l’oca.<br />

In passato l'oca era <strong>un</strong>o degli animali da cortile<br />

allevati dalla gente del popolo per la produzione<br />

di grasso da impiegare come condimento, da<br />

solo o mischiato con grasso di maiale. La gastronomia<br />

d’élite invece ne ricercava il fegato<br />

per la preparazione del paté, celebrato sino dal<br />

periodo imperiale romano (i Romani nutrivano<br />

le oche con fichi per fare loro ingrossare il fegato,<br />

iecur, che diveniva così iecur ficatum, da cui<br />

il nostro fegato).<br />

Nel mondo contadino l’oca rivestiva <strong>un</strong>’importanza<br />

rituale (segnatamente negli ambiti <strong>della</strong><br />

propiziazione), che ne faceva <strong>un</strong>o degli alimenti<br />

ricorrenti in particolari festività: nel Nord <strong>della</strong><br />

Francia era ricercato per i matrimoni; in Germania<br />

e in Boemia si mangiava per San Martino<br />

(11 novembre), in Inghilterra per San Michele<br />

(29 settembre), in Lombardia per San Siro (9<br />

dicembre) e per San Silvestro, nelle Marche e in<br />

Umbria per Ognissanti.<br />

In tutta Europa costituiva <strong>un</strong>a delle attrazioni<br />

delle fiere di paese, nel cruento gioco rituale del<br />

tiro dell’oca: i giovani dovevano riuscire a staccare<br />

la testa del pennuto vivo, appeso per i piedi<br />

ai rami di <strong>un</strong> albero, saltando o passandogli<br />

sotto a cavallo.<br />

Oggi le oche sono allevate in numero limitatissimo,<br />

in Lombardia soprattutto nella zona di<br />

Mortara, e il mercato italiano si avvale per lo più<br />

di capi allevati all’estero, proponendoli come<br />

specialità, a prezzi solitamente elevati. La tradizione<br />

<strong>lombarda</strong> rischia così di perdere alc<strong>un</strong>i<br />

dei suoi monumenti gastronomici: l’oca arrosto<br />

e quella ripiena di marroni e salsiccia, con (o<br />

senza) contorno di prugne; l’oca con i fagioli<br />

borlotti <strong>della</strong> Lomellina e quella in salmì del<br />

comasco (per non parlare delle fricassee di lingue<br />

d’oche descritte dallo Scappi nella sua Opera).<br />

<strong>Per</strong> <strong>un</strong> <strong>codice</strong> <strong>della</strong> <strong>cucina</strong> <strong>lombarda</strong> Pavia e Lomellina

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