Per un codice della cucina lombarda Introduzione
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CASTAGNE E VERZE<br />
Cibo poverissimo, forse nemmeno <strong>un</strong> piatto vero e proprio, non fosse che nella sua versione<br />
più ricca potrebbe essere considerato <strong>un</strong>a cassoeula dei poveri, in cui l’apporto energetico è<br />
affidato alle castagne anziché alla carne.<br />
Preparazione per 6 porzioni<br />
Tipologia: Vegetali ed uova<br />
Stagionalità: Aut<strong>un</strong>no<br />
Difficoltà: Modesta<br />
Tempo esecuzione: 90 minuti<br />
Tecnica di cottura: Bollitura, Stufatura<br />
Utensili:<br />
pentola, spelucchino, scolapasta, tegame, cucchiaio<br />
di legno<br />
Ingredienti:<br />
CASTAGNE (400 g), ALLORO (n.1 foglia), VERZE<br />
(1000 g), BURRO (60 g), SALE (q.b.)<br />
Esecuzione:<br />
• Sbucciare le castagne togliendo loro la prima<br />
pelle<br />
• Metterle in <strong>un</strong>a pentola con acqua fredda e<br />
la foglia di alloro e portare a ebollizione salando<br />
leggermente<br />
• Cuocere le castagne per circa 45 minuti, poi<br />
scolarle e privarle <strong>della</strong> seconda pellicina<br />
• Nel frattempo scottare in acqua salata le<br />
verze tagliate a pezzi, scolarle<br />
• Unire tutto in <strong>un</strong> tegame con il burro e insaporire<br />
aggiustando eventualmente di sale<br />
Note: fresche, ma più spesso secche<br />
In passato, quando le castagne venivano essiccate<br />
e utilizzate quale durevole riserva glucidica<br />
per buona parte dell’anno, questo piatto, come<br />
altri piatti tradizionali nelle zone di cultura <strong>della</strong><br />
castagna, si <strong>cucina</strong>va normalmente con i frutti<br />
secchi. <strong>Per</strong> prepararli alla cottura, le castagne<br />
secche venivano fatte rinvenire in acqua tiepida<br />
per 8-10 ore, come si fa con i fagioli, ed erano<br />
cotte a fuoco lentissimo per evitare, per quanto<br />
possibile che si sbriciolassero. Oggi è consigliabile<br />
l’uso delle castagne fresche, quando è stagione,<br />
tenendo tuttavia presente che in questa<br />
pietanza si incontrano due vegetali (la verza e<br />
le castagne) di non facile digeribilità, che ne<br />
sconsigliano l’uso da parte degli stomaci delicati.<br />
Varianti:<br />
Castagne e verze già lessate possono essere<br />
saltate in pa<strong>della</strong> alla maniera antica, con cubetti<br />
di lardo o di pancetta.<br />
Abbinamenti:<br />
E’ <strong>un</strong> secondo piatto abbastanza anomalo per i<br />
gusti attuali. Potrà essere inserito in <strong>un</strong> pranzo<br />
contestualmente ad altri cibi leggeri (minestra<br />
+ dessert di frutta), affiancandogli <strong>un</strong> vino robusto<br />
e di buon corpo, dall’odore intenso e penetrante,<br />
come il Buttafuoco dell’Oltrepò.<br />
L’ingrediente: la castagna<br />
E’ il frutto di <strong>un</strong> albero delle Fagacee, originario<br />
e caratteristico dei boschi di mezza montagna<br />
dell’area mediterranea. La presenza rilevante<br />
dei castagni nell’economia antica era rafforzato<br />
dai legami con l’apicoltura e con la raccolta dei<br />
prodotti del bosco ceduo, particolarmente i f<strong>un</strong>ghi,<br />
considerati fruttificazioni delle radici delle<br />
castagne e delle querce. Proprio per la sua evidente<br />
utilità, a partire dal X-XI secolo, si praticò<br />
estensivamente in tutti i territori prealpini la<br />
messa a coltura del castagno, a discapito di altri<br />
settori boschivi, come il querceto. Fino all’inizio<br />
del XIX secolo, quando la patata e il mais si imposero<br />
come i cibi più com<strong>un</strong>i nell’alimentazione<br />
popolare, le castagne furono considerate, specialmente<br />
nelle zone montane più isolate, il vero<br />
e proprio pane dei poveri. Castagne e latte,<br />
castagne e cagiada, zuppa di castagne: erano<br />
condanne quasi quotidiane per i montanari. I<br />
frutti si raccoglievano in aut<strong>un</strong>no e si conservavano,<br />
sotterrandoli a strati nella sabbia, riponendoli<br />
in grotte naturali appositamente scelte,<br />
oppure seccandoli, per macinarli all’occorrenza<br />
e ricavarne <strong>un</strong>a farina da utilizzare per preparare<br />
pappe, polente (la patòna) e, in mistura con<br />
altri sfarinati, pane e focacce. L’abbandono delle<br />
campagne nella seconda metà del nostro secolo<br />
ha provocato l’inselvatichimento dei castagneti<br />
ed ha agevolato il diffondersi del cancro <strong>della</strong><br />
corteccia, con <strong>un</strong>a ridimensionamento complessivo<br />
<strong>della</strong> qualità del prodotto; sicché la castagna<br />
ha oggi scarsissima importanza nell’economia<br />
regionale, salvo per i frutti di varietà più<br />
grossa (i marroni) ricercati come prodotto di<br />
lusso per il consumo familiare (arrostiti, lessati<br />
o quale ripieno o contorno per il cappone, il tacchino<br />
e cacciagione da pelo e da penna) e per<br />
l’industria dolciaria (marons glacés).<br />
<strong>Per</strong> <strong>un</strong> <strong>codice</strong> <strong>della</strong> <strong>cucina</strong> <strong>lombarda</strong> Sondrio e Valli