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Per un codice della cucina lombarda Introduzione

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CONIGLIO IN SGUAZZETTO<br />

ALLA CASSANESE<br />

Anche in guazzetto, da guazzo = liquido abbondante, ad indicare <strong>un</strong>a preparazione in umido,<br />

solitamente di carne, affogata in sugo piuttosto liquido. Cassano d’Adda<br />

(amministrativamente ultimo com<strong>un</strong>e <strong>della</strong> provincia di Milano ai confini con la Bergamasca,<br />

si associa per lo più alla cultura gastronomica <strong>della</strong> città del Colleoni.<br />

Preparazione per 6 porzioni<br />

Tipologia: Carni<br />

Stagionalità: Tutto l’anno<br />

Difficoltà: Media<br />

Tempo esecuzione: 120 minuti<br />

Tecnica di cottura: Lessatura, Stufatura<br />

Utensili:<br />

pentola, tegame con coperchio, tagliere, coltello<br />

Ingredienti:<br />

CONIGLIO (1000 g circa), OLIO EXTRAVERGINE<br />

DI OLIVA (30 g), BURRO (50 g), VINO BIANCO<br />

SECCO (50 g), AGLIO (2 spicchi), PREZZEMOLO<br />

TRITATO (2 cucchiai), SUCCO DI LIMONE (3<br />

cucchiai), FARINA (q.b.), DADO PER BRODO<br />

(n.1), SALE (q.b.), PEPE (q.b.)<br />

Esecuzione:<br />

• Lavare il coniglio, asciugarlo e tagliarlo a<br />

pezzetti<br />

• Con la testa, privata degli occhi, e il dado<br />

preparare <strong>un</strong> brodo ristretto<br />

• In <strong>un</strong> tegame con l'olio il burro far rosolare i<br />

pezzetti di coniglio, frattaglie comprese, precedentemente<br />

infarinati<br />

• Bagnare con il vino bianco e farlo evaporare<br />

• Continuare a cuocere a fuoco lento per circa<br />

30 minuti aggi<strong>un</strong>gendo di tanto in tanto <strong>un</strong><br />

cucchiaio di brodo<br />

• Regolare di sale e pepe; tritare gli spicchi<br />

d'aglio, mescolarli con il prezzemolo e aggi<strong>un</strong>gere<br />

il pesto al coniglio insieme al succo<br />

di limone<br />

• Mettere il coperchio e lasciare cuocere a<br />

fuoco basso ancora per 15 minuti<br />

• Prima di servire preparare <strong>un</strong> sugo<br />

staccando dal tegame i fondi di cottura con<br />

<strong>un</strong> mestolino di brodo<br />

Note: guazzetti, limonìe e fricassee<br />

Il coniglio in sguazzetto cassanese ha, rispetto<br />

ad altri guazzetti lombardi, origini molto<br />

antiche. E' infatti in perfetta sintonia con le<br />

limonìe medioevali, cioè con i piatti di carne<br />

tipici <strong>della</strong> <strong>cucina</strong> gotica insaporiti con limone<br />

(da cui il nome) e talvolta ispessiti con rosso<br />

d’uovo: modello culinario da cui originano le<br />

fricassee settecentesche (il cui nome, riferito<br />

allo spezzettamento delle carni nel tegame non<br />

ha niente a vedere con la salsa d’uovo ma,<br />

curiosamente, è passato a identificare proprio le<br />

carni o le verdure fatte con quella salsa). Anche<br />

questo coniglio si presta ad essere <strong>cucina</strong>to con<br />

o senza uovo: come limonìa, steso su <strong>un</strong>a bella<br />

polenta fumante; come fricassea affiancato, in<br />

tutta la sua morbidezza, al purè di patate.<br />

Varianti:<br />

Il coniglio può non essere infarinato (ma l’infarinatura<br />

ne salvaguarda la tenerezza) e venire<br />

rosolato in lardo fuso. Il battuto, specialmente<br />

nel Bresciano, viene arricchito con cipolla,<br />

sedano, salvia e rosmarino. Variazioni con il<br />

pomodoro appaiono contaminate con la<br />

tradizionale preparazione alla cacciatora.<br />

Abbinamenti:<br />

Gli abbinamenti con i cibi sono già indicati nelle<br />

Note precedenti. Vino: con salsa di limone, il<br />

Botticino rosso, invecchiato due anni, di<br />

profumo etereo e di sapore persistente; con<br />

salsa d’uovo, Valcalepio rosso, dall’odore<br />

intenso leggermente erbaceo e dal gusto pieno,<br />

armonico e asciutto.<br />

L’ingrediente: il coniglio<br />

E’ <strong>un</strong> roditore domestico <strong>della</strong> famiglia dei Leporidi<br />

che, nella gastronomia <strong>lombarda</strong> non ha<br />

mai trovato grandi estimatori, attratti invece<br />

dalla sua cugina selvatica, la lepre. Ricettari<br />

ormai classici, come quello <strong>della</strong> Gosetti <strong>della</strong><br />

Salda o <strong>della</strong> <strong>Per</strong>na Bozzi, ne ignorano<br />

completamente la presenza. Solo in ricettari più<br />

recenti, attenti a realtà locali definite, si è<br />

riscoperto <strong>un</strong> interesse sommerso per il pavido<br />

animale, anche in relazione alle indicazioni <strong>della</strong><br />

moderna dietologia, che ne valorizzano la<br />

tenerezza delle carni, la delicatezza del gusto,<br />

l’elevato valore nutritivo rispetto al modesto<br />

apporto lipidico (114 kcal/ 100 g, 22 g di<br />

proteine e 4 g c.a di grasso), la modesta<br />

presenza di colesterolo e l’elevata digeribilità.<br />

Da questa riscoperta emergono alc<strong>un</strong>e<br />

preparazioni degne di nota che non limitano il<br />

quadro al solo coniglio alla cacciatora, con o<br />

senza f<strong>un</strong>ghi e tartufo: il coniglio in salmì,<br />

sottoposto a marinatura e consumato nelle<br />

occasioni solenni con la polenta; quello<br />

cosiddetto alla brianzola, con patate e f<strong>un</strong>ghi;<br />

quello con la salsa di noci e aromi (rosmarino,<br />

salvia e ginepro) nella migliore tradizione <strong>della</strong><br />

<strong>cucina</strong> alpina.<br />

<strong>Per</strong> <strong>un</strong> <strong>codice</strong> <strong>della</strong> <strong>cucina</strong> <strong>lombarda</strong> Bergamo e Valli

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